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50 il re giovanni

la severità che sta dipinta sulla ma fronte procede piuttosto da un istante di maltalento, che da alcun disegno maturo.

Ub. Eccovi i miei guaranti; riconoscete voi la vostra soscrizione e il vostro suggello?

Gio. Oh! allorchè nell’ultimo giudizio converrà chela terra renda conto al Cielo, questa soscrizione e questo suggello deporranno contro di noi, e segneran la nostra condanna. — Ah! quante volte ci eccita al delitto la sola vista dei mezzi di compierlo! Se tu non mi fossi stato vicino; se non avessi mostrati a’ miei occhi i lineamenti di uno scellerato, che la natura sembrava avere scelto, segnato, distinto per istrumento di misfatti, non mai l’idea di tale assassinio mi si sarebbe offerta. Ma vedendo tuo volto odioso, vedendoti nato per eseguire ordini di sangue e di infamia, proprio ad essere impiegato in occasioni sospette e pericolose; ho proferito innanzi a te a mezza voce alcune parole interrotte sulla morte di Arturo, e tu, per ottenere il favore di un re, sei corso senza ritegni a trafiggere un giovinetto!

Ub. Signore.....

Gio. Se scrollato avessi soltanto il capo; se fossi rimasto un momento silenzioso, allorchè ti parlavo con parole coperte dei miei disegni; se fissato avessi in me uno sguardo di dubbio e di dolore, o se detto mi avessi di esprimere chiaramente i miei pensieri, la vergogna mi avrebbe reso mutulo, e tosto interrotto, e i timori da te addimostrati sarebbero penetrati nel mio cuore. Ma tu m’intendesti al cenno, e per cenni festi mercato del delitto con me. Sì; tu lasciasti il tuo cuore consentire a tutto senza esitare, e poscia con mano feroce corresti a compiere la rea opera che la mia bocca non avrebbe mai osato nominare. — Vanne, non ricomparirmi più innanzi! — I nobili mi abbandonano, veggo alle mie porte un esercito straniero che mi minaccia; e dentro a questo volume di carne, a questo piccolo impero, che anima il soffio e il sangue, provo una guerra acerba fra la mia coscienza e il delitto della morte del mio parente.

Ub. Armatevi contro i vostri nemici, metterò pace fra la vostra coscienza e voi; Arturo è vivo. Questa mano è anche pura e innocente; il sangue non ancora la lordò: non anche è entrata in questo seno la commozione orribile che eccita il rimorso di un omicidio. Voi calunniaste la natura, giudicando il mio volto. Sebbene severo e duro all’esterno, esso nasconde una mente troppo bella, perchè io potessi mai divenire il carnefice di un innocente fanciullo.

Gio. Arturo è vivo? Vola tosto dai miei Pari, diffondi questa