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86 il re lear

perdono inginocchiato; vivremo così insieme, pregando il Cielo e cantando; allevieremo le ore nostre raccontandoci vecchie istorie, e sollazzandoci come farfalle dorate. Allora udiremo poveri pezzenti narrar novelle di corti, e parlerem di politica con loro, intrattenendoci di quegli che vince, di quei che perde; di chi sale blandito dalla fortuna, e di chi scende perchè da lei maledetto; ci compiaceremo allora nelle esplicazioni delle materie più ardue, come se rivelatori fossimo delle opere degli Dei. Chiusi fra i muri della nostra prigione, vedremo i sistemi e le sette dei grandi filosofi passare e incalzarsi l’uno coll’altro, come le onde sospinte dall’influenza della luna.

Edm. Sian tratti lungi di qui.

Lear. Mia Cordelia, gli Dei stessi spargono incensi pel sagrifizio di tali vittime. Sono io con te? Ah! se qualcuno tentasse dividerci, converrà che porti dal cielo un tizzo ardente per incenerirne. Asciuga i tuoi occhi, mia figlia; la peste corroderà tutti costoro, prima che ne facciano versare una lagrima; perir di fame in prima li vedremo: vieni.

(escono Lear e Cordelia, scortati dalle guardie)

Edm. Fatti in qua, capitano; ascolta, (ad un Uff.) Prendi questo foglio (dandogli una carta), e seguili nella prigione. Di un grado io t’ho innalzato; e se fai quanto è qui scritto, salirai in breve al colmo delle fortune. Sai tu che gli uomini sono quali il tempo li richiede? La pietà non si addice ad un soldato; la gran cura che ti commetto non avrà responsabilità alcuna. O giura di compierla o cerca altre vie per prosperare.

Uff. La compierò, milord.

Edm. Va dunque, e reputati felice, eseguita che tu l’abbi. Me ne farai cenno per lettera. Pensaci, è nel momento e segui con fedeltà quello che troverai qui dettato.

Uff. Se è cosa da uomo, io la compirò. (esce; suono di trombe; entrano Albanìa, Gonerilla, Regana, Uffiziali e seguito)

Alb. Signore, voi mostraste oggi la vostra intrepidezza, e la fortuna guidò i vostri passi alla vittoria. Prigionieri tenete quelli che vi si opponevano, e ve li chieggo per dispor di loro come lo imporrà la nostra sicurezza, e la sorte che ad essi è dovuta.

Edm. Signore, stimai opportuno d’inviare quel vecchio e miserabile re in una prigione. L’età sua, e più ancora il nome, hanno bastante autorità onde attirarsi gli affetti del popolo, ed eccitarlo a rivolgere contro di noi quelle armi che lo costringemmo a brandire per nostra difesa. Ho mandata la regina con lui, indottovi dagli stessi argomenti. Dimani, o fra alcuni giorni, saran pronti a