Pagina:S. Benedetto al Parlamento nazionale (Tosti).djvu/27

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ruscò come folgore, e poco dopo intenebrò di agonia nell’orto; perchè sopravvenne l’idea del martirio, nella quale doveva viaggiare quell’ideale, per isfolgorare poi in eterno nel cielo. Così avvenne all’Italia del 1848. La Chiesa trasfigurossi in madre della sua nazionalità: ma non che gridammo: Bonum est nos hic esse; fu un Getsemani per tutti: Pio IX a Gaeta, Carlo Alberto ad Oporto, Radetscki a Milano, Gioberti.... noi... Fu l’ira della idea che ci travolse nella fatica dei fatti. Beato chi esilarato un tempo nel Papa dell’ideale, non iscandalizza oggi nel Papa dell’idea! Pio IX cammina con S. Pietro su la faccia delle acque, che voi gli agitate. Non contristate quel capo, sul quale la Provvidenza sta sciogliendo un nodo terribile. Aspettatelo al lido.


V.


Noi non sappiamo se saremo convitati all’agape pasquale della nostra patria. Certo che patimmo con lei e per lei. Ma sappiamo, che, banditi e reietti da voi, non arriverete a sciogliere il mistico connubio di S. Benedetto e l’Italia. S. Benedetto è già assiso al vostro fianco, e vi spezza il pane della sua fatica. Quest’uomo ideale è circondato dello splendore del dogma; a lui non si accostano le umane leggi. Queste potrebbero contristarlo, angustiarne la virtù, ma spegnerla non mai: i monaci potranno andarsene, ma S. Benedetto starà.