Pagina:Saggio di canti popolari veronesi.djvu/8

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gran madre delli esseri di avere pensato anche a me in un momento nel quale emmi concesso di assistere ad avvenimenti di importanza suprema.

Vivere a giorni nei quali si svolgono i problemi più difficili e santi dei popoli, e nei quali ad onta della resistenza accanita che vi oppongono i nati a far piangere se ne fissano pure mano a mano le equazioni a seconda delli imprescrittibili diritti naturali; vivere a giorni siffatti parmi invero una dolcezza infinita.

Se avanti lo scoppio della fiera ed immane carneficina fraterna che desola da anni la terra ove scese primo Colombo fosse stato richiesto alla grande anima di Washington: ove ti si concedesse rivivere vorresti farlo in questi lieti momenti in cui la tua patria gode una prosperità maraviliosa ed ognora crescente, e potresti parteciparvi tu stesso, o brameresti melio tornare ai dì fortunosi della titanica lotta che le valse la indipendenza, e quando capitano, magistrato e politico, fra avversità di ogni specie, superando ostacoli reputati da tutti invincibili ne reggesti divinamente le sorti?

Se chiedessero al primo Napoleone: vuoi tu rivivere adesso in cui la Francia fusa in una miracolosa unità, inclita per isterminate divizie, temuta per indomabili eserciti à il primato morale fra le nazioni di Europa; o vorresti melio redire a quei dì nei quali ministro di arcani ed onnipossenti decreti la traesti col terribile brando a passeggiare trionfalmente pel mondo, spandendo per tutto l’aure dei tempi novi ed i germi delle idee più sublimi; a quei giorni nei quali uno sciame di ambiziosi logorava la soglia della tua reggia per mendicarvi una corona; a quei giorni nei quali il ferreo tuo volere era legge, e con illuminato dispotismo, tra il fragore di perpetue battalie, nel tripudio di innumerabili vittorie cementasti galiardamente la base della sua futura grandezza già tracciata dalli Ercoli della rivoluzione, che pur nelli eccessi e nelle colpe loro meno escusabili ci rendono per ammirazione stupiti?

Se chiedessero a Botzaris: vuoi tu rivivere nella Ellenia tua cara tolta al giogo feroce delli Osmanli, e che sebbene in la strozzata indipendenza che le fu consentita non possa sviluppare con larghezza le sue forze, è in parte libera almeno da piede straniero, e stà nucleo certissimo di più vasto regno e