Pagina:Saggio di canti popolari veronesi.djvu/9

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felice che surgerà nello Egeo quando la barbarica luna abbia finalmente compìti i funesti suoi fati1; o vorresti rivivere ai giorni delle sacre tenzoni, quando ogni greco era soldato e fûr rinnovàti eroismi onde impallidirono li antichi di Maratona, di Salamina, di Micale e delle Termopili: o tornare vorresti sui fulminàti bastioni di Missolungi a spaventarvi di nuovo colla eccelsa tua caduta i nemici?;

Se a tali e similianti generosi venisse così fatta domanda indirizzata quale credete voi ne darieno risposta?.

Io non esito punto ad indovinarla; ella saria degna di loro, e quale il tenore di questo mio scritto e la magnanimità della lor vita può e deve farla facilmente supporre.

Certo che in questi burrascosi periodi i materiali godimenti della vita sono diminuiti, le ansietà se ne accrescono, tutti ne subiscono presto o tardi alcuna conseguente molestia; e cui l’ideale della esistenza sia quello di menarla fra le inezie ed i bagordi, coll’anima sepolta in alto sonno e perenne, non vi si può trovare a grande agio. Ma per coloro ai quali nel moto è la vita, per quelli che sentono la dignità di sè stessi, che ànno coscienza di valer qualche cosa, che amano per istinto ogni bene, che provano invincibile bisogno di concorrere all’opera comune onde i nepoti lontani abbiano a benedirne la ricordanza, per tutti costoro la vita in così supremi momenti è ricolma di soavi emozioni, di impareggiabili compiacenze che ne compensano di gran lunga i malori, e la circondano invece di lietezza ineffabile.

Senza entrare nello storico litigio sul quando cessassero i secoli della barbarie, o del ferro, che comprendiamo nel nome comune di Medio-Evo, credo non ingannarmi in ritenere che l’Evo-Moderno non abbia veramente e praticamente cominciato ad esistere che il giorno in cui lo sdegno cumulato da secoli di martirio inultamente patito scoppiò come turbine nella antica Lutezia, preludendo coll’assalto e la distruzione della Bastiglia alla distruzione di ogni vetusta ingiustizia.



  1. Che questo sia pensiero dei Governi stessi d’Europa n’è apertissimo indizio la cessione delle Isole Jonie, promessa dall’Inghilterra al Regno di Grecia, e che sarà in breve consumato del tutto.