Pagina:Salgari - Duemila leghe sotto l'America - Vol. II.djvu/81

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un cadavere 79


molto più stretta e meno alta della precedente, pareva che non avesse molto sofferto per la scossa di terremoto. Qua e là però, specialmente sulle sponde che erano molto elevate, si scorgevano di tratto in tratto dei massi enormi e nella vôlta vedevansi dei crepacci e dei buchi profondi assai.

Alle 11 Morgan lanciò il battello a tutta velocità. La corrente del fiume non scendeva più colla furia di prima e i banchi e gli scogli erano rarissimi.

— Ripigliamo la vita ordinaria, disse l’ingegnere. Tu Morgan e tu O’Connor farete il primo quarto di guardia poi io e Burthon vi surrogheremo.

Stava per sdraiarsi a prua quando avvenne un urto che lo fece traballare.

— Una roccia? chiese Burthon.

Morgan si curvò rapidamente sul bordo e vide una massa biancastra sparire sotto lo sperone dell’Huascar. Allungò la mano per afferrarla, ma era ormai troppo tardi.

— Guarda a poppa, O’Connor! gridò.

L’irlandese lasciò la barra e cacciò le mani in acqua. La massa biancastra poco prima vista uscì di sotto la chiglia dell’Huascar ma l’elica la respinse al largo e la corrente la trascinò via rapidamente.

— Ferma, Morgan! gridò l’irlandese.

Il macchinista fu pronto ad ubbidire ma quella cosa biancastra era già scomparsa nelle tenebre.

— Non vedo più nulla, disse O’Connor facendo cadere la luce d’una lampada sulla corrente del fiume.

— Ma cos’era? chiese l’ingegnere.

— Un oggetto lungo e bianco, disse Morgan.

— Viriamo di bordo e inseguiamolo, disse sir John.