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30 e. salgari

— Bonga, — rispose il negro fieramente.

— Cosa eri prima?

— Domandalo a loro, — rispose additando i suoi sudditi. — Essi risponderano che Bonga era il re della potente tribù dei Cassegna.

Il capitano tacque e fece passare il negro nel frapponte.

Il carico dei negri si compì rapidamente. Prima delle due tutto era terminato.

Gli uomini furono stivati a prora ed i più forti vennero incatenati agli anelli infissi nel tavolato. Le donne furono stivate a poppa coi loro bambini e lasciate libere.

Appena il carico fu compiuto, i marinai fecero la provvista di acqua, sotto la sorveglianza del secondo.

Tutte le botti ed i barilotti disponibili furono riempiti nella Coanza, stivati in buon ordine, cioè col tappo in alto, acciocchè non corressero rischio di vuotarsi.

Il capitano poi, in cambio di alcuni vecchi fucili, si fece dare un’ampia provvista d’olio d’elais, materia grassa e gelatinosa, e che costituisce il principale nutrimento degli schiavi a bordo dei negrieri. Vuotata poi un’ultima bottiglia con Pembo, il capitano e il secondo gli strinsero la mano promettendo di tornare il più presto possibile.

Mentre la musica reale suonava in onore dei bianchi, i marinai issarono le àncore e spiegarono le vele. Salutarono un’ultima volta il villaggio con un colpo di cannone, e il bark cominciò a discendere le rapide e bianche onde della Coanza.

Il capitano, ritto sul ponte, guardava il villaggio che a poco a poco smarrivasi fra il verde cupo dei boschi.

— Temo di non rivederlo mai più, — mormorava.

Un triste presentimento gli era balenato in mente, e gli diceva che non avrebbe riveduto più mai le verdeggianti sponde della Coanza. Forse quel presentimento era vero, ma Solilach lo ricacciò lungi da sè e si volse a comandare la manovra.

Quattro marinai, con degli scandagli si erano messi alla prora per misurare la profondità dell’acqua ed avvertivano il timoniere sulla via da prendere onde evitare i numerosi bassifondi che sorgevano qua e là. Il secondo stava attento a trasmettere gli ordini all’equipaggio.

Le due rive erano ovunque coperte da folta vegetazione, la cui ombra rendeva la navigazione sempre più difficile.

Però il sangue freddo del capitano e la bravura dell’equipaggio trionfarono e all’indomani il bark giungeva sano e salvo a un solo miglio dalla foce della Coanza. Solilach, temendo che qualche incrociatore lo aspettasse al largo, fece caricare tutti i cannoni, e ordinò che ognuno si tenesse pronto. Terminati i preparativi fece gettare le