Pagina:Salgari - Gli scorridori del mare.djvu/55

Da Wikisource.

gli scorridori del mare 45

soffrissero, e quanto bisogno avessero di un po’ di libertà. Infatti quei cinquecento negri, stivati e incatenati in un luogo sì stretto, dovevano soffrire immensamente, specialmente per causa dell’aria.

Un giorno il capitano si avvicinò al secondo che era salito in coperta, cercando invano un soffio di vento, e gli disse:

— Luogotenente, io debbo ridurre la razione dell’acqua, poichè temo che questa venga a mancare.

— Lo temo anch’io, — rispose questi bestemmiando. — Se questa calma dura ancora un paio di settimane, saremo costretti a gettare in mare quei cani di negri.

— Non ho alcuna intenzione di perdere il mio carico nè di ricorrere ad un mezzo così crudele.

— Badate che i negri sono già furibondi. Se ridurrete la razione, non so se si manterranno tranquilli. Se essi rivoltandosi riescono a spezzar le catene, sarebbe finita per noi. Essi sono cinquecento.

— Eppure è necessario metterli a razione.

— Voglio darvi un consiglio, capitano: raddoppiate anzi tutto le sentinelle.

— E perchè? — domandò vivamente Solilach.

— Perchè i negri reclameranno l’intera razione.

— Spero che saranno ragionevoli.

— Sì, ribellandosi, — disse il secondo. — Cominciano già a complottare.

— Baie! Venite ora con me, e andiamo a vedere ciò che fanno, — disse Solilach avviandosi verso il boccaporto di prora.

Il secondo lo seguì, non prima però di essersi munito di un enorme coltellaccio che nascose sotto la giubba.

Appena giunsero nella stiva, i negri che borbottavano e si agitavano con furore, tacquero e ridivennero tranquilli. Il capitano passò in mezzo a loro fingendo la massima indifferenza, però vide quali sguardi furibondi gli lanciavano.

— Qui si soffoca, — disse il capitano arrestandosi all’estremità del frapporto.

— Questi dannati negri vi possono vivere egualmente, — rispose il secondo lanciando uno sguardo su Bonga, il quale, steso sul tavolato, fingeva di dormire. — Sono abituati al caldo.

— Farò liberare dieci schiavi per volta e li manderò a respirare un po’ d’aria sul ponte, — disse Solilach chiamando una sentinella.

— Liberare i negri! — esclamò il secondo. — Non pensate a quale pericolo vi esponete?

— E perchè? — domando beffardamente il capitano.

— Gran diavolo! Non vedete che sono furibondi sebbene incatenati?

— Ebbene?