Pagina:Salgari - I drammi della schiavitù.djvu/192

Da Wikisource.
190 emilio salgari


terribile ed eterna marcia, lasciandosi dietro gran numero di scheletri, ripuliti così bene da fare invidia ad un preparatore anatomico.

Niombo, Seghira ed il dottore, dopo una corsa di un quarto d’ora, si erano arrestati sulle rive di un fiumicello che veniva dall’interno e che pareva si dirigesse verso la costa. Colà non avevano più nulla da temere, poichè bastava che si cacciassero in acqua per non venire assaliti da quelle formiche, le quali temono i corsi d’acqua al pari dei raggi del sole, evitandoli con grande cura.

Poco dopo, uno dietro l’altro, affannati, grondanti di sudore, giungevano Kardec ed i marinai.

– Per mille fulmini! – esclamò il bretone, respirando con grande pena. – Non mi sarei mai immaginato di dover fuggire dinanzi a delle formiche.

– Fuggono anche i leoni, signor Kardec – disse il dottore.

– Sono peggiori delle belve adunque?

– Lo sono di più.

– E non ci assaliranno qui?

– Non lo credo. Ecco l’avanguardia degl’insetti!

Nella foresta si udiva un sordo brusìo che pareva prodotto dall’avanzarsi di un reggimento di rettili striscianti. Le foglie si agitavano, scricchiolando, e si sollevavano bruscamente gettate a destra ed a sinistra.

Ben presto comparvero le prime file di formiche. Vedendo quel gruppo d’uomini e sentendo l’odore della carne viva, si diressero subito verso il fiume, ma i marinai furono lesti a operare una pronta ritirata tuffandosi in acqua, seguìti da Kardec, dal dottore, Niombo e Seghira.

I voraci insetti, delusi, si sfogarono sulle erbe, che in pochi istanti sminuzzarono, poi cambiarono direzione e rientrarono nel bosco, guidati dai loro capi che percorrevano i fianchi dei reggimenti, sollecitando i ritardatari.

Quella sfilata durò due ore, con grande disperazione dell’equipaggio, che vedeva ritardarsi il viaggio, ma finalmente gli ultimi battaglioni sparvero sotto gli alberi ed i cespugli ed il silenzio più assoluto tornò a farsi nella grande foresta.

Niombo attese un quarto d’ora, per essere certo che si erano proprio allontanati, poi riguadagnò la riva e si rimise in marcia seguìto da tutti i naufraghi.

La foresta si manteneva sempre assai fitta, rendendo assai malagevole l’avanzarsi, in causa specialmente dei folti cespugli che producono il cotone, i cui steli legnosi danno un filo lungo