Pagina:Salgari - I naufragatori dell'Oregon.djvu/16

Da Wikisource.
12 emilio salgari


– Affrettati, Aier-Raja – disse poi – fra cinque minuti il battello ci mancherà sotto i piedi.

– Ma la scialuppa non esiste più, padrone.

– Sta presso di me e preparati a guadagnare un rottame. Ohè!... Uomini di macchina!... Carbone nei forni!... Avanti a sei atmosfere!...

I tre punti luminosi s’avvicinavano rapidamente tagliando la via al battello a vapore. Avevano già oltrepassate da una buona mezz’ora le ultime scogliere di Tawi-Tawi e filavano nel mare delle Celebes, tenendosi lontani trenta o quaranta miglia dalle coste della grande isola di Borneo.

Il battello a vapore precipitava la corsa, fendendo con impeto irresistibile le onde. La macchina sbuffava furiosamente, il vapore ruggiva e fischiava entro le pareti di ferro, le ruote battevano precipitosamente le acque sollevandole fino ai bordi ed un fremito sonoro scuoteva il ponte, la prua e la poppa.

I due vascelli non erano lontani che tre o quattrocento metri. Quello che stava per venire brutalmente speronato era un bello steamer d’alto bordo, di ferro, ad elice, assai più grosso dell’altro. Filava a tutto vapore, tanta era la sua certezza di non incontrare ostacoli in quell’ampio mare che è sgombro d’isole.

Ad un tratto, fra i muggiti delle onde, fra i fischi del vento e le rapide pulsazioni della macchina, echeggiò la voce di O’Paddy:

– Saldi in gambe!...

Poi con voce tuonante urlò:

– Ohè!... della nave!... Mille lampi!... Ci tagliate la via! Sullo Steamer si udirono delle grida di terrore, poi dei comandi precipitati, indi una voce che gridava:

– Macchina indietro!...

– A tutto vapore!... – disse invece O’Paddy, mentre un sorriso sinistro gli sfiorava le labbra.

Il battello a vapore aveva continuata la sua corsa verso lo steamer, il quale cercava di virare di bordo per evitare l’urto. Sul ponte di questo, alla luce dei fanali, si vedevano delle persone correre lungo i bordi, mentre echeggiavano urla d’angoscia.

O’Paddy, pallido ma risoluto, con uno sforzo potente tirò a sè la ribolla del timone, in modo che la prua del suo legno fosse proprio diritta all’asse dello steamer.