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156 emilio salgari

Si avvicinò, titubando a quella massa che aveva forma umana e si chinò abbassando la torcia.

— Il dottore! Il dottore! — urlò.

Si precipitò su quel corpo che pareva inanimato, guardandolo con un’orribile angoscia.

Il signor Bandi sembrava morto. Era disteso fra due scoglietti che si prolungavano verso la riva, colla testa appoggiata sulla sabbia nera della sponda ed i piedi ancora immersi.

Non era possibile che l’onda prodotta dal flusso lo avesse spinto tanto sulla riva. Il disgraziato doveva essersi issato da per sè, prima che gli mancassero le forze.

Quella circostanza fece balenare una lieve speranza nel cuore del lupo di mare.

— A me, amici! — gridò.

Mentre Roberto e Michele nuotavano precipitosamente verso la spiaggia, prese delicatamente il signor Bandi e lo portò più in alto, poi lo spogliò per vedere se aveva riportato delle ferite.

Vi erano sul corpo numerose contusioni, tutte leggere e non potevano aver causato la morte ad un uomo così robusto.

Appoggiò un orecchio al cuore ed ascoltò trattenendo il respiro.

— Vive! Vive! — gridò.

Quel cuore batteva debolmente sì, ma batteva.

— È vivo? — chiesero Michele e Roberto che giungevano correndo.

— Sì, amici — rispose padron Vincenzo che pareva impazzito per la gioia. – Abbiamo ancora qualche bottiglia di liquore?

— Sì, due di rum — rispose Roberto.

— Va’ a prenderne una e degli stracci di lana.


XIX.

Momenti terribili.


Roberto non era ancora tornato che già il dottore aveva aperti gli occhi. Vedendo sopra di sè Michele e padron Vincenzo sorrise ad entrambi, poi facendo uno sforzo tese loro le mani, mormorando con voce ancora semispenta:

— Grazie... bravi... amici...

— Ah! Dottore! — gridò il lupo di mare che piangeva e rideva ad un tempo. — Temevo di non ritrovarvi più! Gran Dio! Quante angosce ho provato in questo quarto d’ora. Come state?