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22 Capitolo Terzo.

tagliata d’un sol colpo ed il disgraziato era piombato in acqua sollevando un alto spruzzo.

Tutti si erano precipitati verso la murata opposta, mentre la nave, con un colpo di barra, si era messa attraverso il vento.

Due marinai avevano presa la fune passata sul boscello fissato all’estremità del pennone e la ritiravano senza fretta.

Sao-King in quel momento doveva dibattersi sotto la chiglia e forse stava ingollando acqua a gran sorsi.

In quell’istante presso il luogo ove doveva comparire, una coda gigantesca si era improvvisamente mostrata.

L’ufficiale era diventato pallido.

— Lo charcharias cerca la preda! — esclamò. — Non isseremo che un tronco sanguinoso. Fate presto, bricconi!

— Lasciate fare, signor Vargas — disse il gigante. — Diventate troppo tenero per queste pelli gialle!

— Signore, non si può assistere indifferente a simili spettacoli. Un uomo divorato vivo sotto gli occhi di tanti marinai!

— Andate a salvarlo, adunque — disse il gigante con voce ironica.

I due marinai che issavano la fune, si erano messi a ritirarla con furia. L’inaudita crudeltà del comandante aveva toccato anche i loro cuori di bronzo e s’affrettavano per cercar di salvare il disgraziato chinese.

Ad un tratto presso la linea di galleggiamento si vide ribollire l’acqua, poi apparire la coda del chinese, quindi il suo cranio rasato e giallo come un popone maturo.

Il pesce-cane non si trovava allora che a dieci passi.

Un grido d’orrore era sfuggito dai petti di tutti i marinai. Tutti ormai credevano che pel chinese fosse suonata l’ultima ora.

Un momento dopo Sao-King balzava più che mezzo fuor dall’acqua.

Contrariamente all’aspettativa generale, il capo dei coolies aveva sopportato felicemente il duro supplizio ed era tornato a galla senza essere rimasto asfissiato.

Vedendo però comparire così vicino il muso aguzzo del pesce-cane non aveva saputo trattenere un urlo di terrore.

— Issatemi! — aveva gridato con voce strozzata.

Quattro uomini si erano precipitati in soccorso dei due che ritiravano la fune, mentre l’ufficiale erasi slanciato sulla murata, tenendo in pugno una lunga navaja, come se avesse avuto l’intenzione di buttarsi in acqua.

— Presto! Presto! — gridavano tutti.

Solamente il capitano era rimasto silenzioso. Pareva anzi che si divertisse immensamente e che aspettasse impazientemente l’istante in cui le formidabili mascelle dello squalo si sarebbero chiuse sul corpo del disgraziato.

Sao-King, strappato di colpo dall’acqua dalla fune che saliva