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I misteri dell’Inaccessibile 197


Anche l’oceano si manteneva sempre pessimo, impedendo agli abitanti di Tristan di visitare i due isolotti, per dare la caccia alle foche ed agli elefanti marini i quali formano, si può dire, insieme a poche capre selvatiche, l’unica risorsa di quei segregati dal mondo civile.

Specialmente fra l’Inaccessibile e Nigtingale le onde infuriavano in modo spaventevole, slanciandosi all’assalto dei due scogli con rabbia instancabile.

Il rombo prodotto da quei cavalloni nel frangersi contro le formidabili pareti rocciose, certi momenti era così infernale che pareva si combattesse una vera battaglia navale coi potentissimi pezzi moderni.

Era da prevedersi che lo Sparviero, il quale probabilmente doveva aver subìto delle avarìe nell’urto contro l’enorme fianco dello scoglio, non sarebbe potuto ritornare, almeno finchè non cessavano quei terribili colpi di vento.

La giornata trascorse senza che nulla di straordinario accadesse. I tre uomini si erano succeduti nella guardia, tenendo sempre d’occhio il cornicione, ma nessun uomo si era più mostrato lassù.

Alla sera fecero i loro preparativi per fare una visita alla caverna. Ursoff aveva intrecciate, con dei fuchi, delle torce e le aveva bene impregnate con grasso d’elefante marino onde potessero durare per qualche tempo. Dopo un attento esame all’orizzonte, per vedere se potevano scoprire i segnali dello Sparviero, segnali che Ranzoff non avrebbe certamente mancato di fare al suo avvicinarsi all’Inaccessibile, i tre uomini, il cosacco armato del fucile e gli altri due di traverse di legno e dei coltelli, cominciarono la salita del canalone, avanzando con grandi precauzioni, potendo darsi il caso che qualche altra sentinella fosse stata posta a guardia della caverna o del cornicione.

Rokoff, che conosceva ormai i passaggi più facili, marciava alla testa, levando i massi che potevano spostarsi, rotolare giù dalla spaccatura, e provocare un allarme niente affatto desiderato.

Fortunatamente gli uccelli marini dormivano profondamente, sicchè anche quel noioso e rumoroso assalto fu evitato.

Superato il secondo cornicione, dopo un brevissimo riposo per riprendere il respiro, i tre uomini scalarono successivamente gli altri due senza aver notato nulla di sospetto. Un ventaccio furioso fischiava lungo le pareti rocciose del cono, mentre sotto, ad una grande profondità, il mare muggiva cupamente, rompendosi con detonazioni secche, contro l’infinito numero di scoglietti.