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108 emilio salgari

facendo oscillare una grande antenna variopinta, sostenente all’estremità degli strani ornamenti di stagno contenenti versetti del Corano. Dietro di lui s’avanzarono altri due uomini pure robustissimi e seminudi, dei quali uno sorreggeva un’antenna più corta ed un ragazzo, l’altro un enorme sacco di cuoio pieno d’acqua e quattro bambini. Rappresentava, questi, la sete ardente provata da Hussein nel deserto.

Seguivano poi, uno dietro all’altro, un sarcofago con una grande stella di diamanti sul dinanzi e coperto da scialli di Cascemir di gran prezzo e d’un grande turbante; poi due uomini sostenenti delle antenne adorne di altri scialli e due mani coperte di diamanti, che rappresentavano quelle di Maometto, il fondatore della religione musulmana; poi quattro superbi cavalli di Khorassan coperti di ricche gualdrappe, e le teste adorne di placche d’oro, tempestate di diamanti; poi sessantadue uomini coperti d’un lungo lenzuolo e tenendo in mano delle scimitarre lorde di sangue.

Quei fanatici, che volevano rappresentare i sessantadue guerrieri caduti intorno a Hussein prima che questi venisse fatto prigioniero, con un coraggio feroce e ributtante, si tagliuzzavano orrendamente la fronte, lasciando scorrere il sangue sulle loro bianche vesti, eccitando l’ammirazione della folla, che li chiamava santi.

Quella strana processione si chiudeva con un cavallo bianco, che rappresentava quello di Hussein, irto di frecce piantate sulla sua gualdrappa, e con altri sessantadue uomini che percuotevano furiosamente dei pezzi di legno, producendo un fracasso assordante.

Il corteo, danzando, cantando e salmodiando i versetti del Corano, fece il giro della vasta piazza e si schierò sotto il palco dello sciàh.

Tosto incominciò la rappresentazione della morte di Hussein. Un uomo splendidamente vestito e montato su di un cavallo bianco, seguìto dai sessantadue guerrieri armati di scimitarre e di picche, s’accampò intorno alle capanne che raffiguravano il villaggio di Kerbela: quegli uomini rappresentavano l’assassinato califfo ed i suoi fedeli compagni morti difendendolo. Una turba di soldati, che dovevano essere gli assiri invase il campo e s’impegnò fra i due partiti un furioso combattimento.

I sessantadue guerrieri, oppressi dal numero, caddero, e vennero tosto sepolti in altrettante buche già precedentemente scavate, tenendo fuori solamente la testa. Allora due nemici, scelti ordinariamente fra i condannati a morte o fra i prigionieri russi, s’appressarono al cavaliere, che fingeva di essere ferito, per decapitarlo; ma ad un tratto