Pagina:Salgari - Il re della montagna.djvu/126

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Cap. XII.

Una storia terribile.


Mirza, vedendo il volto della giovanetta, che egli fino allora aveva creduto fosse un ragazzo curdo, era retrocesso vivamente, come fosse stato colpito da una straordinaria sorpresa. Immobile a tre passi da Fathima, cogli occhi fissi su di lei, colla più grande meraviglia scolpita sul viso, la guardava senza parlare. Pareva che in quel momento un profondo pensiero tormentasse il suo cervello.

— Guardala!... — ripetè Nadir. — È degna di me?

Il vecchio non rispose. Continuava a guardarla con crescente attenzione, studiando le delicate linee di quel volto, gli occhi, l’opulenta capigliatura bionda, che si era snodata, cadendo sulle spalle della giovanetta come una pioggia d’oro.

— Ebbene, Mirza? — chiese Nadir, sorpreso da quel silenzio incomprensibile. — Perchè taci?

Mirza si scosse e mormorò a più riprese:

— Sogno io?... O gli anni hanno intorbidito la mia memoria?...

— Che cosa mormori? — chiese Nadir. — Mi sembri molto sorpreso, Mirza.

— È vero.

— Non è bella questa fanciulla?

— Sì, come un raggio di sole.

— Non è degna di me?

— Sì, Nadir; ma...

— Continua.