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capitolo xi. — il campo degli apaches. 213

cavalli che pascolavano fra le tende e si slanciarono incontro alla piccola carovana, gettando urla selvagge, che parevano emesse più da gole canine che umane, ed agitando minacciosamente le loro lance e le loro scuri con la lama larga e scintillante.

Giunti a quindici passi, quei cavalieri si arrestarono di colpo, descrivendo una specie di semicerchio che doveva, al primo segnale del capo, rinchiudersi attorno alla carovana.

Quegli Indiani erano tutti bei pezzi d’uomini, di statura alta e complessa, la pelle fuligginosa o rossastra, ma che in gran parte scompariva sotto uno strato di colori. Avevano gli occhi un po’ obliqui come quelli della razza mongola, ma che mandavano vivi bagliori; il naso aquilino, gli zigomi un po’ sporgenti, le labbra sottili ed i