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il treno volante 39


— Allora faremo un viaggio superbo.

— E velocissimo.

— E le macchine come le accenderai?

— Con petrolio per ora, avendone portato quattro barili.

«Quando l’avremo esaurito, bruceremo legna, non avendo modo di sostituirlo sul continente africano.

— Non prenderanno fuoco i palloni?

— Non aver questo timore — rispose il tedesco. — Come vedi, sono rinchiusi nel loro astuccio di tela impermeabile bagnata con una soluzione speciale che l’ha resa incombustibile.

— Accendi le macchine, Ottone. È già l’una e l’arabo ci aspetta.

— È questione di pochi minuti — rispose il tedesco. — E la dau si vede?

— È ritornata — rispose un negro. — Vigila a tre o quattro chilometri dalla spiaggia.

— La lasceremo indietro — disse Ottone.

Fece aprire un barile di petrolio, e diede fuoco ai due motori.

Bastarono dieci minuti per ottenere la pressione necessaria.

— È tutto pronto? — domandò il greco.

— Non manca nulla. Ho passato in rivista il carico.

— Anche le armi?

— Sì, Matteo.

— E le munizioni?

— Sono rinchiuse nelle loro casse.

— Ne avremo a sufficienza?

— Duemila cartucce e sei fucili Gras, oltre le scuri ed i coltelli.

— Ti seguo — disse il greco, non senza un vivo tremito nella voce.

— Non hai paura?

— No, Ottone.

— Pronti a tagliare le corde! — gridò il tedesco, sedendo nella piattaforma.