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il treno volante 91


— Voi accettate di difendermi? — esclamò il monarca.

— Non solo, ma daremo anche tale lezione ai Ruga-Ruga da costringerli a non tornare più qui — aggiunse Ottone. — Noi ti mostreremo la potenza terribile del mostro.

«Dove andrà a finire il mio amico?» — si chiedeva Matteo sempre più sorpreso.

Anche El-Kabir non era meno stupito del greco. Il sultano invece era raggiante, non avendo avuto alcuna speranza di costringere i due europei ad arrendersi ai suoi desideri.

— Lo dite sul serio? — chiedeva insistentemente. — Voi mi aiuterete a respingere i guerrieri del Niungu?

— Li faremo a pezzi — rispondeva il tedesco. — Sai se si sono già mossi?

— I corrieri che ho mandato nell’Ugogo e nell’Usagara me lo hanno confermato replicatamente.

— Noi verificheremo le loro informazioni.

— In qual modo?

— Il nostro treno volante può innalzarsi tanto da poter dominare quasi mezza Africa — rispose audacemente il tedesco.

— Ah! — esclamò il sultano battendo le mani. — Io vorrei vedere un simile spettacolo.

— Non hai che da comandare.

— Mi porterete in alto con voi?

— Sì — rispose Ottone.

— E mi farete vedere tutto l’Usagara?

— E anche l’Ugogo ed il lago Tanganika.

— Voglio vedere subito questo meraviglioso panorama.

— Non avrai paura?

— Un Sultano non ha mai paura.

— Andiamo — concluse il tedesco.

Il monarca comandò di condurre quattro cavalli e di preparargli una scorta di cinquanta guerrieri.

Pochi momenti dopo i tre aeronauti, il sultano e la scorta comandata da Ben-Zuf uscivano dal villaggio dirigendosi verso il Germania.