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110 Capitolo Decimo.

— Toh! Una scimmia! — esclamò.

— Ma l’altro non è un quadrumane. —

Alvaro aprì con precauzione le piante e guardò verso la direzione che il mozzo gl’indicava.

A venti passi dal posto che occupava, si stendeva orizzontalmente, fino quasi in mezzo al fiume, una di quelle piante chiamate dai brasiliani paiva che hanno il tronco coperto di bitorzoli spinosi e dalle cui frutta si ricava una specie di bambagia finissima, assai soffice ma troppo corta per poter essere filata.

Sui rami di quell’albero si era rifugiata una scimmia, un cebo fischiante, una delle meno attraenti delle specie, avendo le guance coperte di peli bianchi, la faccia incorniciata da una barba nera che dà loro un aspetto poco piacevole, il capo adorno di due lunghi ciuffi che rassomigliano a due vere corna ed il mantello invece bruno giallognolo.

Doveva essere una femmina giacchè stringeva fra le braccia un piccino che strillava disperatamente non ostante le carezze amorose della madre.

Sul tronco invece strisciava con precauzione, badando attentamente dove metteva le zampe per non ferirsi contro i bitorzoli spinosi, un superbo animale che fece tuttavia battere fortemente il cuore del portoghese, avendolo creduto di primo occhio una tigre o qualche cosa di simile.

Se non era una vera tigre, poteva sostenerne il paragone sia per la statura, sia per la ferocia e la forza.

Il giaguaro americano infatti non è meno sanguinario nè meno audace dell’abitatrice delle jungle indiane e viene annoverato, a buon diritto, come il più terribile carnivoro dell’America del Sud, non essendovi nessun altro che possa tenergli testa.

Quantunque veramente sia un po’ più piccolo della tigre reale, se non di quelle che abitano le isole della Sonda, raggiungendo di rado una lunghezza di due metri, è un predone temuto dagli stessi indiani i quali non osano affrontarlo se non sono in buon numero.

Non ha l’elegante rigatura della tigre, tuttavia la sua pelliccia è magnifica e si paga anche oggidì assai cara. Il suo pelame è corto, fitto, morbido, di tinta giallo rossiccia, cosparso di bellissime macchie nere e di punti orlati di rosso del più grazioso effetto.

Ve ne sono anche di neri con macchie più cupe, come vi sono le pantere nere di Giava e di Sumatra e sono del pari più terribili degli altri, ma fortunatamente sono rari.