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166 | Capitolo Diciassettesimo. |
o quaranta metri, col tronco coperto da una corteccia tutta irta di bitorzoli spinosi.
Era un paiva, o albero cotonifero, di dimensioni enormi.
Non erano già le frutta fusiformi della pianta che avevano attratta la sua attenzione, frutta d’altronde non mangiabili, bensì una specie di piattaforma, lunga tre o quattro metri e larga quasi altrettanto, costruita su due solidi rami e sopra la quale svolazzavano cinguettando numerosi uccelli, grossi tutt’al più come un pivione.
— Ci sarebbe lassù da fare una superba frittata, — disse — se la paura di accendere il fuoco non ci costringesse a rinunciarvi. Bah! Ci accontenteremo di sorbire le uova se non saranno troppo passate.
— Che cos’è quella piattaforma? — chiese Alvaro.
— Un nido di tordi tessitori, — rispose il marinaio. — Sono uccelli singolari che al pari delle passere repubblicane, amano vivere in società. Lassù potremo raccogliere parecchie centinaia di uova.
— È solido quel nido?
— Può reggere anche un uomo, tanto sono abili costruttori quegli uccelli. Eh, Garcia, saresti capace di dare la scalata a questo paiva? I bitorzoli del tronco ti serviranno benissimo di appoggio purchè tu faccia attenzione alle spine.
— Pronto, marinaio, — rispose il mozzo. — È un affare spiccio.
— Adagio, mio caro, non tanta furia anzi sii cauto quando sarai lassù.
— Che mi cavino gli occhi quegli uccelli?
— No, sono le vespe che pungeranno atrocemente. I tordi tessitori costruiscono i loro nidi sulle piante che servono d’asilo alle mosche cartone per non essere disturbati dai ghiottoni che mirano alle loro uova.
— E stringono alleanza? — chiese Alvaro.
— Difensiva e offensiva, — rispose il marinaio. — Quando i ratti palmisti od altri minacciano di assalire il nido dei tordi per saccheggiare le uova, le vespe accorrono in difesa dei loro alleati, viceversa gli uccelli danno addosso a quei volatili che tentano di rimpinzarsi di vespe.
— È strana!
— Su Garcia, spicciati e come ti ho detto, fa’ attenzione alle mosche cartone. Appena ti sei riempite le tasche di uova, scendi subito. —