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174 la città dell'oro

del bosco avevano le lunghe foglie pendenti e già quasi avvizzite.

— Ah! Comprendo — disse poi.

— Ed io non comprendo nulla, dottore.

— Non vedi che tutti i tronchi di queste palme sono stretti fra piante rampicanti?

— Sì, dottore.

— Ebbene, quelle piante si chiamano fichi maledetti. Sono terribili parassiti, che dapprima si alzano sottili come radici e innocui, ma poi, allacciandosi fra di loro, finiscono col soffocare le piante, talmente ne stringono i tronchi. Fra qualche mese tutti questi alberi saranno morti.

— I fichi maledetti sono adunque il simbolo vivente dell’ingratitudine.

— Precisamente, Alonzo.

— Lasciamo là i fichi e scuoiamo il formichiere. Ceneremo con delle deliziose costolette, ma disgraziatamente non abbiamo nemmeno un pezzetto di pane.

— Lo troveremo.

— Dove?...

— Vedrai! Non mi farò attendere molto.

Approfittando della poca luce che ancora si proiettava sotto la foresta, il dottore s’appressò ad un albero che aveva poco prima notato. Era una specie di