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lungi da sé il flauto, incrociando rabbiosamente le braccia.
– Cosa fai, Yaruri? – chiesero don Raffaele ed i suoi compagni.
– Siamo vinti, – rispose l'indiano con voce rauca.
– Vinti!... Ed i tuoi serpenti?...
– Fra pochi minuti saranno tutti estinti.
– Ma perché?...
– Guardate!...
Delle colonne di fumo s'alzavano vorticosamente alle estremità della prateria e un acuto odore di bruciaticcio invadeva rapidamente la pianura. Ben presto si videro scintillare delle gigantesche cortine di fuoco le quali si dilatavano con incredibile celerità.
– Hanno dato fuoco alle erbe! – esclamò Alonzo.
– E fra pochi minuti i miei serpenti si arrostiranno tutti, – disse Yaruri. – Fuggiamo, o siamo perduti!...
– Ma non possiamo tentare nulla? – chiese don Raffaele, con rabbia.
– Nulla, padrone: cerchiamo di riguadagnare la savana tremante.
Le fiamme s'avanzavano con grande celerità trovando dovunque combustibile. Si udivano le erbe a sibilare, a crepitare e si vedevano contorcersi, mentre in aria