Pagina:Salgari - La Città dell'Oro.djvu/97

Da Wikisource.

I mangiatori di terra 89

Superbi poi erano gli alberi che si succedevano senza interruzione sulle sponde della grande fiumana, strappando grida d’ammirazione al giovine Alonzo, il quale mai aveva veduto una flora così svariata e così maestosa nella Florida che è ricca solamente di pini.

Ora apparivano dei boschi di miriti, enormi palme colle foglie disposte a ventaglio, frastagliate a nastri, ma così grandi che un uomo non potrebbe portarne più d’una e cariche di frutta rosse penzolanti in grappoli; boscaglie di bossù, altra specie di palme ma colle foglie rigide, dentellate a mo’ di sega sui margini, serrate, diritte e lunghe dieci e anche undici metri; di palme tucum, dalle cui fibre gl’indiani ricavano una specie di canapa robustissima che adoperano nella fabbricazione delle loro amache; di palme papunha o palme pesche, così chiamate perchè portano delle graziose ciocche di frutta somiglianti alle pesche e che sono deliziose cucinate in acqua con un po’ di zucchero; di bacaba, palme vinifere, dal cui tronco si estrae, facendo una incisione, una specie di vino molto piccante ed inebbriante.

Anche sul fiume le piante acquatiche non mancavano ed erano rappresentate dalle aninga (arum) colle foglie larghe in forma di cuore, poste in cima ad un peduncolo emergente dalla corrente, e dalle murici, foglie più