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Bloccati in galleria 135

Alla domanda risposero due detonazioni. Le palle, male dirette in causa dell’oscurità che regnava nel punto occupato da Cordoba e dal soldato, si perdettero verso la vôlta, senz’altro risultato che quello di far cadere qualche scheggia di tufo.

Il lupo di mare ed il suo compagno a loro volta fecero fuoco ripetutamente, tempestando l’uscita della galleria e quella specie di barricata mobile, dietro la quale si tenevano nascosti gl’insorti.

I marinai, udendo quegli spari e credendo che il loro comandante corresse un grave pericolo, s’affrettarono ad accorrere ed apersero un vero fuoco di fila.

I nemici, sorpresi e spaventati da quella grandine di proiettili, dopo qualche altro sparo lasciarono la barricata e s’affrettarono a guadagnare l’uscita della galleria, trascinandosi dietro dei morti e dei feriti.

— Credo che per ora ne abbiano abbastanza e che saranno persuasi che non è cosa facile prenderci, — disse Cordoba. — Vi è nessun ferito fra noi?

— Bah! Una sola scalfittura, — rispose un marinaio. — Una palla mi ha colpito alla fronte di rimbalzo.

— Passa all’infermeria: la marchesa ha assunto la direzione dell’ambulanza.

— Grazie, signor comandante, non ne ho bisogno, — disse il ferito, ridendo.

In quell’istante una voce robusta che veniva dall’uscita della galleria, gridò:

— Si può parlamentare?...

— Oh!... Cosa vogliono quei bricconi? — mormorò Cordoba.

Si fece innanzi, tenendo però il fucile pronto e scorse una figura umana che si teneva ritta dinanzi l’uscita della galleria.

— Chi siete voi? — chiese il lupo di mare, prendendolo di mira.

— L’aiutante di campo del capitano Pardo.

— Benissimo!... Desiderate qualche cosa, signor ribelle?

— Sì, intimarvi la resa.

— A noi?...

— Volete che la intimi ai sassi della galleria?...

— No, ma... guardate che combinazione: io stavo per intimarla a voi.

— Scherzate, signor...

— Bob, mio caro signore, marinaio, cuciniere e cannoniere del Yucatan.

— Ah! Sì, del Yucatan!... — esclamò l’aiutante di campo del capitano Pardo.

— Un nome che vi fa battere il cuore, mi pare, è vero signor ribelle?

— Può darsi.

— La nave però è troppo robusta e può rompervi i denti.