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26 Capitolo terzo

— Lo vedo — rispose la marchesa, con voce tranquilla.

— Gettiamoci fuori della luce o ci manderanno qualche grosso proiettile nella carena. —

La Capitana diede mezzo giro di ruota mettendo la prora verso l’ovest, mentre gridava al capo macchinista:

— Aumentate i fuochi!...

L’yacht fuggiva a precipizio attraverso il grande banco di Campeche, tendendo a portarsi verso la costa messicana, non già coll’idea di cercare un rifugio in qualche parte del golfo, bensì collo scopo di sfuggire l’onda di luce che stava per tradirlo, e d’ingannare nuovamente la nave nemica che con tanta ostinazione gli dava la caccia.

Mastro Colon si era curvato sul grosso pezzo di prora, puntandolo verso il vascello il quale si avanzava a tutto vapore, continuando a proiettare sul mare quello sprazzo gigantesco di pallida luce. Aveva già preso in mano il cordone tirafuoco, pronto a scagliare nel ventre del colossale nemico il grosso proiettile, mentre i due più vecchi artiglieri avevano fatti girare i due cannoni-revolvers per spazzare il mare con un nembo di palle.

Donna Dolores e Cordoba, l’uno vicino all’altro, non perdevano di vista il vascello.

Quantunque fosse ancora lontano, distinguevano nettamente i fasci di scintille che sfuggivano dai camini eruttanti nuvoloni di fumo che volta a volta si illuminavano.

— Ah!... — disse la marchesa, con un freddo sorriso. — Vogliono chiudere assolutamente la via dell’est?... La vedremo, signori yankee, se potrete gareggiare colla mia nave!...

— Pure mi sembra che finora quella dannata nave non perda troppo — rispose Cordoba, la cui fronte si era annuvolata. — È impossibile che abbiamo da fare col Terror.

— Che il console spagnolo si sia ingannato?...

— Un monitor come è il Terror non può filare tanto, donna Dolores. Quei vascelli corazzati sono troppo pesanti per possedere tanta velocità.

— Che sia qualche incrociatore?...

— Lo temo.

— Forse il New-York?

— No, donna Dolores. Ho saputo ieri sera che quell’incrociatore è stato scelto come nave di bandiera dell’ammiraglio Sampson, dunque non può trovarsi in queste acque.

— O qualche caccia-torpediniera?... La Cushing o la Erricson?

— No di certo, poiché ieri il console mi ha detto che quelle due caccia-torpediniere, verso il tramonto dell’altra sera si trovavano sulle coste di Cuba, presso Maranao, dove avevano sostenuto un combattimento colla cannoniera spagnola Ligera, ricevendo dei buoni colpi di cannone che le avevano costrette a tornarsene al largo.