Pagina:Salgari - Nel paese dei ghiacci.djvu/182

Da Wikisource.
158 i cacciatori di foche della baia di baffin


numerosi granchi e molluschi che servono a loro di cibo; essi sono ordinariamente di temperamento tranquillo, ma assaliti diventano furiosi e non di rado rovesciarono le scialuppe dei cacciatori uccidendo, a colpi di zanne, i loro persecutori.

Anni addietro erano numerosissimi, anzi si narra che un baleniere inglese riuscì ad ammazzarne ben ottocento in sole sei ore ed un altro novecento in sette ore, ma ora cominciano a scarseggiare in causa delle cacce accanite che fanno a loro i cacciatori ed i pescatori, per impadronirsi delle zanne che hanno molto valore e per ricavare l’olio che è migliore di quello che si ottiene colla fusione del grasso delle balene.

Mastro Tyndhall fu molto lieto di quella cattura, poichè era certo di ricavare una notevole quantità di olio per le lampade di bordo e anche per la stufa.

Lasciò i suoi uomini occupati a fare a pezzi il tricheco per impadronirsi della grascia, dei denti e del fegato, la sola parte mangiabile essendo la carne oleosa e di cattivo sapore, e si spinse verso l’uscita del fiord per osservare lo stato dei ghiacci.

L’estremità formata dalle barriere degli ice-bergs era sgombra, ma al di là si vedevano navigare ghiaccioni di tutte le dimensioni, che il vento del nord spingeva verso lo stretto di Davis.

– Bah!... Passeremo lavorando a colpi di sperone, mormorò il mastro.

Essendosi, verso l’ovest, alzata la nebbia, prese il cannocchiale che portava a bandoliera e lo puntò in quella direzione, guardando a lungo e con estrema cura. Quantunque l’orizzonte non fosse ancora perfettamente limpido, gli sembrò di scorgere un profilo, leggiero come una sfumatura.