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capitolo iii – in rotta pel nord | 27 |
estensioni enormi, e se volle avanzare, fu costretto a procedere colle slitte spingendosi, con una rara audacia, fino all’82° 45 di latitudine.
– Non tutti gl’inverni sono uguali, signore, e poi dipende anche dalla direzione dei venti. Io so che dei balenieri hanno potuto spingersi, e senza difficoltà, a sessanta ed anche a cento miglia a nord delle Spitzberg.
– E non hanno incontrato altre terre, al nord di quelle isole?
– No, il mare era libero.
– Allora qualche nave potrebbe tentare di giungere al polo, tenendosi sui meridiani delle Spitzberg.
– Potrebbe, ma chi dice che più al nord non esistano delle terre? Come vi ho detto, all’est dell’arcipelago, fra il 40° ed il 70° meridiano e l’80° di latitudine, i balenieri hanno veduto delle terre ed io sospetto che al di là dell’80° si estenda un vasto continente che potrebbe unirsi alle coste occidentali della Groenlandia.
– Lo credete?...
– Non lo credo positivamente, ma lo sospetto.
– Può essere, signor Tompson, disse il professore che era diventato pensieroso. Nessun esploratore ha potuto sapere fin dove si spingono le coste orientali della Groenlandia, ma pare che invece di seguire il 20° meridiano, tendano appunto ad allargarsi in direzione delle Spitzberg. Ah! Come sarei contento se potessi avere una nave a mia disposizione per tentare di sciogliere il grande problema dei passaggi che conducono al polo! Vi verreste, signor Tompson?
– Sì, professore, ma purchè ci fossero molte balene da pescare, rispose il capitano, sorridendo. Se potrete organizzare una spedizione, pensate pure a me e vedrete che io vi condurrò bene innanzi, fra i ghiacci del polo.