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12 sul mare delle perle


La testa emerse di colpo, poi due braccia che sostenevano un corpo inanimato.

— Prendi Durga! — gridò Amali. — Ecco il palombaro. Presto! Sono inseguito!...

Sei braccia vigorose si sporsero dalla poppa e afferrarono il povero pescatore, il quale perdeva sangue dal naso, dagli occhi e dagli orecchi.

Quantunque non gli si scorgesse sul corpo alcuna ferita, il disgraziato pareva morto o per lo meno era svenuto.

Durga, aiutato dai compagni, lo trasse sulla nave, deponendolo sul tavolato.

Amali stava per aggrapparsi al timone e risalire quando cinquanta grida echeggiarono intorno a lui, cinquanta grida di terrore.

— Lo squalo!

Il re dei pescatori si era voltato rapidamente.

A cinque passi da lui era comparsa l’enorme testa del pesce-cane. Le mascelle immense, irte di lunghi denti triangolari disposti su parecchie file e che si muovevano dall’alto in basso, si aprirono.

— È perduto! — gridarono i pescatori, con disperazione.

No, ci voleva ben altro avversario pel prode Amali. Prima che il pesce-cane si fosse voltato sul dorso per afferrarlo, si era lasciato ricadere, immergendosi perpendicolarmente.

Passò sotto lo squalo senza che questi se ne fosse accorto, l’afferrò per la pinna dorsale, poi, levatasi dalla bocca la corta scimitarra, vibrò un colpo terribile.

La lama, guidata da quella mano poderosa, si