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196 sul mare delle perle

aggirano sulla riva del canale e si saranno già messi all’opera per costruire le zattere.

— Guidaci — soggiunse Amali, dopo d’aver lanciato un ultimo sguardo sul lago.

— Un momento — disse Jean Baret. — Dove si trova la vostra nave?

— Al medesimo posto dove l’avete lasciata — rispose Amali.

— Presso la riva?

— Ha un ponte gettato sulla spiaggia.

— Ora possiamo andare.

— E perchè questa domanda? — chiese Amali.

— Supponete che noi, per meglio sfuggire all’inseguimento, fossimo costretti a separarci. Sapendo dove si trova la nave, la riunione sarebbe poi più facile.

— Siete prudente — disse Amali.

Avevano volto le spalle al lago allontanandosi frettolosamente. Durga ed il capitano aprivano la marcia; Amali, il francese e Maduri venivano dopo ed i due marinai la chiudevano.

L’oscurità era foltissima sotto quei boschi e anche la marcia difficilissima a causa degli sterpi, delle radici e dei cespugli, che occupavano il terreno, nondimeno procedevano senza arrestarsi un solo istante, spronati dalla paura.

Temevano che i cingalesi avessero già attraversato il canale e si fossero rimessi in caccia accompagnati dai cani.

Di quando in quando Amali prendeva il ragazzo fra le braccia e lo portava, non ostante le proteste di lui, il quale assicurava di non sentirsi stanco e di essere un buon camminatore.