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Pastorella Amaranta1. Di meglio non si può far col pennello.

Il Sanazzaro sgombrò ancora l’Italiana poesia dalle macchie della rude scuola Tebaldea, e la ripulì nelle acque di Sorga. Mostreranno i seguenti versi quanto egli gustasse l’ingenuo sapor Petrarchesco:

Menando un giorno gli agni presso un fiume,
Vidi un bel lume in mezzo di quell’onde
Che con due bionde trecce allor mi strinse,
E mi dipinse un volto in mezzo ’l core,
Che di colore avanza latte e rose;
Poi si nascose in modo dentro l’alma,
Che d’altra salma non m’aggrava il peso....
Io vidi prima l’uno, e poi l’altr’occhio:
Fin al ginocchio alzata al parer mio,
In mezzo ’l rio si stava al caldo cielo:
Lavava un velo in voce alta cantando:
Oimè che quando ella mi vide, in fretta
La canzonetta sua spezzando tacque,
E mi dispiacque, che per più mie’ affanni
Si scinse i panni, e tutta si coverse
ec.

La maggior parte dei Dialoghi delle sue Egloghe sono tessuti di terze rime sdrucciole.

Si vuole che Enea Pulci stato sia l’inventor dello sdrucciolo. Il pubblico però non ne possiede alcuna prova. Quello che è certo si è che tra le ottave del Poliziano se ne veggono alcune di sdrucciole. Ma il Sanazzaro fu indubitatamente il primo de’ poeti conosciuti che


  1. Vedi le Prose i. iii. iv.