Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/256

Da Wikisource.
250 l'istoria del concilio tridentino


apice ed ogni espressione propria delle voci, essendo impossibile che tutte le voci d’una lingua siano trasportate in un’altra senza che v’intervenga ristrizione o ampliazione de significati o metafora od altra figura. Giá la Vulgata edizione esser stata esaminata da tutta la Chiesa pel corso di piú di mille anni, e conosciuto che in quella non vi è fallo alcuno nella fede o costumi; e in tal conto è stata dalli antichi concili usata e tenuta: e però come tale si debbe tener e approvare, e si potrá dechiarar l’edizione Vulgata autentica, cioè che si può leggere senza pericolo, non impedendo li piú diligenti di ricorrere alli fonti ebrei e greci, ma ben proibendo tanto numero di translazioni intiere che generano confusione.

Intorno l’articolo del senso della Scrittura divina diede occasione di parlare diversamente la dottrina del giá cardinale Gaetano, che insegnò e praticò egli ancora, cioè di non rifiutar li sensi novi quando quadrino al testo e non sono alieni dagli altri luochi della Scrittura e dalla dottrina della fede, se ben il torrente delli dottori corresse ad un altro, non avendo la divina Maestá legato il senso della Scrittura alli dottori vecchi, altrimenti non resterebbe né alli presenti né alli posteri altra facoltá che di scrivere di libro in quaderno. Il che da alcuni delli teologi e padri era approvato e da altri oppugnato.

Alli primi pareva che fosse come una tirannide spirituale il vietare che, secondo le grazie da Dio donate, non potessero li fedeli esercitar il proprio ingegno, e che questo fosse appunto proibir la mercanzia spirituale delli talenti da Dio donati; doversi con ogni allettamento invitar gli uomini alla lezione delle sacre lettere, dalle quali sempreché si leva quel piacer che la novitá porta, tutti sempre le aborriranno, e una tal strettezza fará applicar li studiosi alle altre sorti di lettere e abbandonar le sacre, e per consequenza ogni studio e cura di pietá: questa varietá di doni spirituali appartenere alla perfezione della Chiesa e vedersi nella lettura de antichi Padri, nelli scritti de’ quali è diversitá grande e spesso contrarietá, congionta però con’ strettissima caritá. Per che causa non dover essere concesso a questo secolo quella libertá che con frutto