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libro secondo - capitolo iii 251


spirituale hanno goduto gli altri? Li scolastici nella dottrina di teologia, se ben non hanno tra loro dispute sopra l’intelligenza delle lettere sacre, aver però non minor differenze nelli ponti della religione, e quelle non meno pericolose; meglio essere imitare l’antichitá, che non ha ristretta l’esposizione della Scrittura, ma lasciata libera.

La contraria opinione portava che, essendo la licenza populare disordine maggiore della tirannide, in questi tempi conveniva imbrigliar gl’ingegni sfrenati, altrimenti non si poteva sperare di veder fine delle presenti contenzioni. Alli antichi tempi esser stato concesso di scrivere sopra li libri divini, perché essendovi poche esposizioni, ve n’era bisogno; e gli uomini di quei tempi erano di vita santa e ingegno composto, che da loro non si poteva temer di confusioni come al presente. E per tanto li scolastici teologi, avendo veduto che non vi era bisogno nella Chiesa di altre esposizioni e che la Scrittura era non solo a bastanza, ma anco abbondantemente dechiarata, presero altro modo di trattar le cose sacre; e vedendo gli uomini inclinati alle dispute, giudicarono che fosse ben occuparli piuttosto in esamine di ragioni e detti d’Aristotele, e conservare la Scrittura divina in riverenza; alla quale molto si deroga, quando sia maneggiata comunemente e sia materia delli studi ed esercizi de curiosi. E tanto si passava inanzi con questa sentenzia che fra’ Riccardo di Mans franciscano disse i dogmi della fede esser tanto dilucidati al presente dalli scolastici che non si doveva impararli piú dalla Scrittura; la qual è vero che altra volta si leggeva in chiesa per instruzione dei popoli e si studiava per l’istessa causa, dove al presente si legge in chiesa solo per dir orazione; e per questo solo doverebbe anco servire a ciascuno, e non per studiare; e questa sarebbe la riverenza e venerazione debita da ognuno alla parola di Dio. Ma almeno doverebbe esser proibito il leggerla per ragion di studio a chi non è prima confirmato nella teologia scolastica; né con altri fanno progresso li luterani, se non con quelli che studiano Scrittura. Il qual parere non fu senza aderenti.