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libro secondo - capitolo iv 269


in modo che alli vescovi resta levato affatto l’ufficio di pastore. E per il contrario quelli che nell’antichitá non erano instituiti se non per piangere li peccati, a’quali l’insegnare predicare era proibito espressamente e severamente, se l’hanno assonto, o vero gli è stato dato per ufficio proprio; e il gregge se ne sta senza né pastore né mercenario, perché questi predicatori ambulatori, che oggi sono in una cittá, dimani in un’altra, non sanno né il bisogno né la capacitá del populo, né meno le occasioni d’insegnarlo e edificarlo, come il pastor proprio che sempre vive col gregge e conosce li bisogni e le infirmitá di quello. Oltre che il fine di quei predicatori non è l’edificazione, ma il trar limosine o per sé propri o per li conventi loro; il che per meglio ottenere, non mirano all’utilitá dell’anima, ma procurano di dilettare e adulare e secondare gli appetiti, per potere trarne maggior frutto; e il populo, in luoco d’imparar la dottrina di Cristo, aprende o novitá o almeno vanitá. Lutero è stato uno di questi, qual se fosse stato nella cella sua a piangere, la Chiesa di Cristo non sarebbe in questi termini. Piú manifesto esser ancora l’abuso dei questori che vanno predicando indulgenze, de’ quali non potersi narrar senza lacrime li scandali dati negli anni precedenti: questi esser cosa evidente che non esortano ad altro che al contribuir danaro. Alli quali disordini unico rimedio è levar tutti li privilegi e restituir alli vescovi la cura loro d’insegnare e predicare, ed eleggersi per cooperatori quelli che conosceranno esser degni di quel ministerio e disposti all’esercitarlo per caritá.

In contrario di questo li generali de’ regolari e li altri dicevano che, avendo li vescovi e altri curati abbandonato affatto l’ufficio di pastore, sì che per piú centenara d’anni era stato il populo senza prediche nella chiesa e senza dottrina di teologia nelle scole, Dio aveva eccitato gli ordini mendicanti per supplire a questi ministeri necessari; nelli quali però non si erano intrusi da sé, ma per concessione del supremo pastore; al qual toccando principalmente il pascere tutto il gregge di Cristo, non si poteva dire che li deputati da lui