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272 l'istoria del concilio tridentino


Sebastiano Pighino, auditor di rota, trovò temperamento con proporre che la sopraintendenza fosse data alli vescovi come delegati dalla sede apostolica. Piacque l’invenzione, perché si faceva a favor de’ vescovi il medesmo effetto senza derogazione del privilegio, poiché il vescovo, non come vescovo, ma come deputato dal papa doveva sopraintendere. Il qual modo diede esempio di accomodar altre difficoltá: l’una, nel dar autoritá alli metropolitani sopra le parrocchie unite alli monasteri non soggetti a diocesi alcuna; l’altra, nel dar potestá alli vescovi sopra li predicatori esenti che fallano; e anco servì molto nelli decreti delle sessioni seguenti.

Proponevano anco li canonisti che nelli tempi presenti poco conveniva la sottilitá scolastica di metter ogni cosa in disputa e versar piuttosto in cose naturali e filosofiche; che queste nove lezioni dovessero esser introdotte per trattar delli sacramenti e dell’autoritá e potestá ecclesiastica, come con molto frutto aveva fatto il Turrecremata e Agostino Trionfo, e dopo loro sant’Antonino e altri. Ma per la contradizione dei frati, che opponevano esser tanto necessaria questa quanto quella dottrina, si trovò temperamento di ordinare che le lezioni fossero per esposizione della Scrittura, poiché secondo l’esigenze del testo che fosse letto e della capacitá degli audienti s’averebbe applicata la materia.

Delle prediche, dopo molti discorsi fatti in piú congregazioni, si venne a stabilire il decreto; e per superar le difficoltá con uffici fecero, per mezzo de’ prelati loro confidenti, praticar li vescovi italiani, mettendo in considerazione quanto per onor della nazione fossero tenuti sostentar la dignitá del pontificato, dell’autoritá del quale si trattava mettendo mano nelli privilegi, e quanto potessero sperar dal pontefice e dalli legati, accomodandosi anco a quello che è giusto e non volendo privar li frati di quello che hanno per tanto tempo goduto. Esser cosa pericolosa disprezzar tanti soggetti litterati, in questi tempi che l’eresie travagliano la Chiesa: che allora si sarebbe accresciuta l’autoritá episcopale con concederli di approvar o reprovar li predicatori, quando fuori delle chiese