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308 l'istoria del concilio tridentino


XXV. Le opere del giustificato non sono meriti delia beatitudine, né si può porre alcuna fiducia in loro, ma nella sola misericordia di Dio.

Dati fuori gli articoli, non fu cosí facile ordinar il modo di trattare nelle congregazioni, come mentre si disputò del peccato originale, perché in quella materia trovarono gli articoli giá trattati dalli scrittori scolastici; ma l’opinione di Lutero della fede giustificante, che sia fiducia e certa persuasione della promessa divina, con le consequenze che da quella seguono della distinzione tra la Legge e l’Evangelio, e della qualitá delle opere dependenti dall’una e dall’altra, non fu da alcun scrittor scolastico immaginata; per il che nemmeno confutata o disputata; onde li teologi avevano da travagliar assai, prima per intender il senso delle proposizioni luterane e la differenza loro dalle determinate nelle scole, e poi le ragioni con che distinguerle. Certo è che nel principio alcuni di loro, e li padri per la maggior parte, credevano che, negando li protestanti il libero arbitrio, tenessero opinione che l’uomo nelle azioni esterne fosse come una pietra; e quando attribuiscono la giustizia alla fede sola, negando concorrervi le opere, tenessero per giusto l’uomo il qual crede solamente l’istoria dell’Evangelio, del resto operando quanto si voglia perversamente; ed altre tali assurditá, quanto aliene dal senso comune, tanto piú difficili da confutare, come avviene a tutte le opinioni contrarie alla manifesta apparenza e alla persuasione ricevuta dall’universale.

Fra li teologi, che sin allora erano cresciuti al numero di quarantacinque, la maggior parte era molto tenace nelle opinioni ricevute generalmente dalle scole; e dove li scolastici erano concordi, impazienti di sentir a parlar in contrario; dove le sette scolastiche non convengono, si formalizzavano assai in defesa della propria; e piú degli altri li dominicani, soliti a gloriarsi che per trecento anni la Chiesa per loro opera aveva superate le eresie. Non mancavano con tutto ciò alcuni d’ingegno destro, atti a suspender il giudicio sinché le ragioni fossero pesate. In questo numero era fra’ Ambrosio