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26 l'istoria del concilio tridentino


Tra li piú illustri contradittori che ebbe la dottrina di Lutero, fu Enrico VIII re d’Inghilterra, il qual non essendo nato primogenito regio, era stato destinato dal padre per arcivescovo di Cantorberi, e però nella puerizia fatto attendere alle lettere. Ma morto il primogenito, e dopo quello anco il padre, egli successe nel regno; ed avendo per grand’onore adoperarsi in una controversia di lettere cosí illustre, scrisse un libro dei sette sacramenti, defendendo anco il pontificato romano ed oppugnando la dottrina di Lutero: cosa che al pontefice fu tanto grata che, ricevuto il libro del re, lo onorò col solito titolo di Defensore della fede. Ma Martino non si lasciò spaventare dal splendor regio, che non rispondesse a quella maestá con altrettanta acrimonia, veemenzia e poco rispetto, con quanta aveva risposto alli piccioli dottori. Questo titolo regio entrato nella controversia, la fece piú curiosa; e come avviene nelli combattimenti, che li spettatori s’inclinano sempre al piú debole ed esaltano piú le azioni mediocri di quello, cosí qui concitò la inclinazione universale piú verso Lutero.

Subito che fu per tutto pubblicato il bando dell’imperatore, l’istesso mese Ugo vescovo di Costanza, sotto la diocesi del quale è posta la cittá di Zurich, scrisse al collegio dei canonici di quel luogo, nel numero de’ quali era Zuinglio, ed un’altra littera al senato della medesma cittá. In quelle considerò il danno che le chiese e le repubbliche ancora pativano per le novitá delle dottrine, con molto detrimento della salute spirituale, confusione della quiete e tranquillitá pubblica. Gli esortò a guardarsi dai novi dottori, mostrando che non sono mossi se non da propria ambizione ed istigazione diabolica. Mandò insieme il decreto di Leone e il bando di Cesare, esortando che il decreto del papa fosse recevuto ed obedito, e quello dell’imperatore imitato, e notò particolarmente la persona e dottrina di Zuinglio e delli suoi aderenti, sí che costrinse Zuinglio a dar conto, di tutto quello che insegnava, alli colleghi e satisfare il senato. E scrisse ancora al vescovo,

insistendo principalmente sopra questo, che non erano da tol-