Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/321

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libro secondo - capitolo v 315


Ma li dominicani confessavano che san Tomaso giovane ebbe quell’opinione, e vecchio la retrattò; la reprendevano, perché nel concilio di Oranges, detto arausicano, è determinato che nessuna sorte di merito preceda la grazia, e che a Dio si debbe dare il principio; che per quel merito congruo li luterani hanno fatto tante esclamazioni contra la Chiesa, ed era necessario abolirlo totalmente, sí come non era mai stato udito nelli antichi tempi della Chiesa in tante controversie con pelagiani; che la Scrittura divina attribuisce la nostra conversione a Dio, dalla forma del parlar della quale non conveniva dipartirsi.

Intorno le preparazioni, nella sostanza della dottrina, non vi fu differenza: tutti tenevano che dopo l’eccitamento divino sorge il timore e le altre considerazioni della malignitá che è nel peccato. Censurarono per eretica l’opinione che fosse cosa cattiva perché Dio esorta il peccatore, anzi lo move a queste considerazioni; e non si debbe dire che Dio mova a peccato. E di piú l’ufficio del predicatore non è altro se non con questi mezzi atterrir l’animo del peccatore; e perché tutti passano per questi mezzi dallo stato del peccato a quello della grazia, pareva gran maraviglia che non si potesse passar dal peccato alla giustizia se non per il mezzo d’un altro peccato. Con tutto ciò non potevano liberarsi dalla difficoltá in contrario, perché tutte le opere buone possono star con la grazia; quel timore e le altre preparazioni non possono restar con quella, adonque sono cattive. Fra’ Antonio Marinaro era di parere che la differenza fosse verbale, e diceva che, si come passando da un gran freddo al caldo, si passa per un grado di freddo minore, il qual non è né caldo né freddo novo, ma l’istesso diminuito, cosí dal peccato alla giustizia si passa per li terrori e attrizioni, che non sono né opere buone né novi peccati, ma li peccati vecchi estenuati. Ma in questo, avendo tutti gli altri contrari, fu costretto ritrattarsi.

Delle opere fatte in grazia non fu tra loro difficoltá, tutti affermando che sono perfette e meritorie della vita eterna, e che l’opinione di Lutero, che siano tutte peccati, è empia