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320 l'istoria del concilio tridentino


delle anime che continuamente seguiva per l’accrescimento delle eresie, che per estirparle era il concilio giá incominciato, si doleva sopra modo della pertinacia degli eretici che lo sprezzavano e ricusavano obedirlo e sottoporsi alla difinizione di quello; al che per rimediare, egli aveva concluso lega con Cesare, per ridur con forza di arme gli eretici all’obedienza della Chiesa; e per tanto ognuno ricorresse a Dio con preghiere e digiuni, confessioni e comunioni, acciò la Maestá sua divina concedesse buon esito a quella guerra, presa a gloria sua, esaltazione della Chiesa e per estirpar l’eresie.

Cesare, seguendo la deliberazione di ascondere la causa della religione, pubblicò sotto i 20 dello stesso mese un bando contra il sassone e il langravio, imputando loro d’aver impedito sempre i suoi disegni, non averlo mai ubidito, aver fatto congiure contra lui, mossa la guerra ad altri principi dell’Imperio, aver occupato vescovadi e altre prefetture, privato molti delle loro facoltá, e tutte queste cose coperte con specioso e dolce nome della religione, della pace e della libertá, avendo però ogn’altro fine. Per tanto come perfidi, rebelli, sediziosi, rei di lesa maestá, perturbatori della tranquillitá pubblica, li proscrive; comanda che nessun li dia aiuto e si congionga con loro; assolve la nobiltá e populo delli domini loro dal giuramento della fedeltá, includendo nel medesmo bando tutti quelli che persevereranno nella loro obedienza.

Al pontefice fu molto molesta la causa della guerra che Cesare allegava; e a Cesare molto molesta l’allegata dal pontefice, perché ciascun di loro veniva ad impedir li fini dell’altro. Imperocché, quantonque il papa pretendesse d’aver fatto questo manifesto, acciò fosse dal populo di tutto il cristianesmo implorato l’aiuto divino per favorir le armi dell’imperatore, egli nondimeno e ogni persona di giudicio molto bene conobbero questo esser fatto per notificar a tutto il mondo e alla Germania che quella era guerra di religione; il che fu anco dalli imprudenti conosciuto poco dopo, perché fu pubblicata la lettera da lui scritta alli svizzeri, della quale s’è di sopra parlato, mandando copia delli capitoli medesmi