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374 l'istoria del concilio tridentino


III. Che non è vero battesmo quelio che è dato dagli eretici.

IV. Che il battesmo è penitenzia.

V. Che il battesmo è segno esteriore, come la terra rossa nelli agnelli, e non ha parte nella giustificazione.

VI. Che il battesmo si debbi rinnovare.

VII. Il vero battesmo esser la fede, qual crede che li peccati sono rimessi ai penitenti.

VIII. Che nel battesmo non è estirpato il peccato, ma solamente non imputato.

IX. Esser la medesma virtú del battesmo di Cristo e di Gioanni.

X. Che il battesmo di Cristo non ha evacuato quello di Gioanni, ma gli ha aggiorno la promessa.

XI. Che nel battesmo la sola immersione è necessaria, e gli altri riti usati in esso esser liberi e potersi tralasciar senza peccato.

XII. Che sia meglio tralasciar il battesmo dei putti che battezzarli mentre non credono.

XIII. Che li putti non debbono esser battezzati, perché non hanno fede propria.

XIV. Che li battezzati in puerizia, arrivati all’etá di discrezione, debbono esser rebattezzati, per non aver creduto.

XV. Che quando li battezzati nell’infanzia sono venuti in etá, si debbono interrogare se vogliono ratificar il battesmo, e negandolo, debbono esser lasciati in libertá.

XVI. Che li peccati commessi dopo il battesmo sono rimessi per la sola memoria e fede d’esser battezzato.

XVII. Che il voto del battesmo non ha altra condizione che della fede, anzi annulla tutti gli altri voti.

Della confermazione erano quattro articoli.

I. Che la confermazione non è sacramento.

II. Che è instituito dai Padri, e non ha promessa della grazia di Dio.

III. Che ora è una ceremonia oziosa, e giá era una catechesi, quando li putti gionti all’etá rendevano conto della sua fede inanzi la Chiesa.