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56 l'istoria del concilio tridentino


piacque ancora il rigore del decreto, prevedendo il dispiacere del pontefice, il quale desiderava tenersi grato e ben affetto, per la guerra che si faceva allora da’ suoi capitani con francesi. Per il che rescrisse in Germania alli prencipi, lamentandosi che avendo egli condannato tutti li libri di Lutero, la dieta si fosse ristretta alli soli contumeliosi; ma piú gravemente li riprese che essi avessero fatto decreto di celebrar concilio in Germania e avessero ricercato il legato di trattarne col pontefice, quasi che questo non appartenesse piú ad esso pontefice e a sé che a loro: li quali se credevano che fosse tanto utile alla Germania la congregazione d’un concilio, dovevano aver ricorso a lui che l’impetrasse dal pontefice. Con tutto ciò, conoscendo egli ancora che ciò sarebbe stato utile per la Germania, era risoluto che si celebrasse, in tempo e luoco, però, quando e dove egli potesse ritrovarsi in persona. Ma toccando l’aver ordinato una nova reduzione in Spira per regolare le cose della religione sino al concilio, soggiunse che egli non voleva in modo alcuno concedere loro il ridursi, anzi comandava che attendessero ad obedir all’editto di Vormazia e non trattassero cosa alcuna di religione sin tanto che non si congregasse un concilio per ordine del pontefice e suo. Le lettere imperiali, piú imperiose di quelle che la Germania era solita ricevere dalli predecessori, mossero umori assai pericolosi negli animi di molti prencipi, che fluttuando averebbono facilmente sortito qualche fastidioso termine.

Ma il moto presto restò sedato; e rimase anco l’anno seguente 1525 senza nessuna negoziazione in questa materia di concilio, perché in Germania si eccitò la rebellione delli villani contra li prencipi e magistrati, e la guerra degli anabattisti che tenne ognuno occupato; e in Italia successe nel bel principio dell’anno la giornata di Pavia e la pregionia del re Francesco di Francia, la quale inalzò cosí l’animo di Cesare, che li pareva aver ricevuto tutto ’l mondo in suo arbitrio; ma poi lo tenne tutto occupato per le leghe di molti prencipi che si trattarono contra di lui, e per la negoziazione della liberazione

del re. Il pontefice ancora, per esser restata l’Italia senza de-