Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/175

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libro quarto - capitolo vi 169


Io veggo molti, leggendo questi successi, maravigliarsi, non vedendo nominato il papa, dal quale in cose di molto minor momento tutte le deliberazioni erano solite spiccarsi. Ma cesserá la maraviglia, sapendo che il pontefice fu, secondo il solito, avvisato di punto in punto de tutti li successi e desegni; e al primo arrivo delli virtembergici e alla nova che altri s’aspettavano avvisato, rispose alli suoi legati e nonci che li protestanti fossero trattati con maggior umanitá che fosse possibile; che sapeva bene esser necessario in simili avvenimenti sopportar qualche indignitá per condescendere; però in questo usassero la prudenza, accomodandosi alla necessitá, perché in fine cede in onore l’aver sofferito alcuna cosa. S’astenessero bene da ogni pubblico colloquio, o in scrittura o in voce, in materia di religione. Procurassero con gli uffici e con le speranze di guadagnar alcuno delli dottori protestanti, e non perdonassero a qualche spesa. Fu il papa avvisato dal legato di passo in passo che si andava facendo; non però li parve occorrer cosa che dovesse farli mutar proposito. E alle cose del concilio dopo questa sessione non pensava molto; perché, avendo preso qualche ombra dell’imperatore, ascoltava le proposte di alcuni francesi. Ma quando intese che li ambasciatori imperiali avevano dato a’ protestanti speranza di moderar la potestá pontificia, e detto che aspettavano di veder la porta aperta con la negoziazione loro, per dover poi secondare e introdur le cose che avevano disegnato, e che molti delli padri reputavano necessario restringer l’autoritá papale, avendo altri riscontri che di tal mente fossero tutti li spagnoli e che Cesare disegnava alzarsi piú con l’abbassar il pontificato, e pensava di fomentar li protestanti a questo, per mostrare che da sé non procedesse; alienato l’animo da lui per voltarlo al re di Francia, porgeva orecchie alla trattazione per nome del re dal Cardinal Tornone maneggiata, dalla esecuzione della quale ne seguiva senza sua opera la dissoluzione del concilio, e senza che esso si mostrasse desiderarla.

Fatta la sessione, li protestanti, se ben penetrarono che il