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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/180

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174 l'istoria del concilio di trento


se ben con difficoltá, con tutto che constasse non aver il frate parlato di non servar la fede, né aver detto cosa che toccasse protestanti in speciale, ma eretici in universale. Questo però fu occasione che quell’elettore, giá risoluto di partire per qualche secreta intelligenza che teneva col re di Francia, trovato questo pretesto di partire, e aggionto il bisogno di ricuperar la sanitá, partí a mezzo febbraro, lasciato fama che era con beneplacito di Cesare, e promessa di presto ritornare. Però non passò per Ispruc, né s’abboccò con l’imperatore.

Il primo giorno di quaresima furono per affissione pubblicate in Trento le stazioni al medesimo modo che in Roma, per concessione del papa, a chi visitasse le chiese: che fu trattenimento alli padri e teologi, restati per l’intermissione delle congregazioni senza negozio; e quasi oziosi s’erano ben anco trattenuti per l’inanzi, riducendosi a congregazioni private, discorrendo variamente ora della dissoluzione, ora della continuazione del concilio, secondo le nove che erano portate.

Nel principio di marzo arrivarono lettere dall’elettor di Sassonia agli ambasciatori suoi, dove li commetteva proseguir le instanze in concilio, e avvisava che si metteva in ponto per andare in persona a Cesare; il che serenò l’animo di tutti. Ma pochi giorni dopo si sparse romor per tutto che fosse fatta confederazione del re di Francia con li principi protestanti per far la guerra a Cesare; e gli elettori di Magonza e di Colonia a 11 di marzo partirono; e passati per Ispruc, furono con Cesare a strettissima trattazione. E gli ambasciatori di Maurizio, dubitando di se stessi, occultamente uscirono di Trento e per diverse vie ritornarono a casa. Con tutto ciò dopo queste cose arrivarono quattro teologi di Virtemberg e doi di Argentina; e gli ambasciatori di quel duca insieme con loro immediate fecero instanza con li ambasciatori cesarei che dalla sinodo fosse data risposta alla proposizione giá fatta, e si dasse principio alla conferenza o trattazione. Al che il legato rispose che instando il 19 marzo, giorno destinato per la sessione, era necessario metter ordine a quella e trattar