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232 l'istoria del concilio di trento


del papa, e stupendosi della precipitata natura dell’uomo, giudicò che il trattar con lui non fosse utile né per lei né per il regno. Onde, cessata la causa per quale aveva deliberato far le cose con sodisfazione anco di Roma per quanto fosse possibile, lasciò libertá alla nobiltá di metter in deliberazione quel che fosse da fare per servizio divino e quiete del regno: da che ne segui che, fattosi disputa in Westmonster in presenza di tutti li stati, incominciata l’ultimo marzo sino al 3 d’aprile, tra li eletti da ambe le parti, a questo effetto congregato il parlamento, furono aboliti tutti li editti della religione fatti da Maria, restituiti quelli del fratello Edoardo, levata l’obedienzia al papa, e alla regina dato il titolo di capo della chiesa anglicana, confiscate le entrate dei monasteri, e assegnate parte alla nobiltá e parte alla corona, levate le immagini dei templi dal populo e bandita la religione romana.

Un altro accidente occorse: che nella dieta in Augusta celebrata, veduti gli atti del colloquio l’anno inanzi disciolto senza frutto, e non lasciata speranza che per quella via si potesse far cosa buona, Ferdinando propose di procurar che il concilio generale fosse rimesso in piedi, esortando tutti a sottoporsi alli decreti di quello, come rimedio unico di rimover le differenze. Al che li protestanti risposero che consentirebbono in un concilio convocato non dal papa ma dall’imperatore in Germania, dove il papa non preseda, ma stia sottomesso al giudicio e relasci il giuramento alli vescovi e teologi, e abbino in quello voto anco li protestanti, e tutto sia regolato secondo la Scrittura, e siano riesaminate le cose fatte in Trento; il che se dal papa non si possi ottenere, si confermi la pace della religione secondo la convenzione di Passau, avendo con esperienza troppo manifesta conosciuto che da alcun concilio pontificio non si può cavar alcun bene. Ma l’imperatore, conoscendo la difficoltá di ottener dal papa le proposte, ed esserli levato il modo di negoziar con lui per la controversia della rinoncia di Carlo e sua successione, confirmò l’accordo di Passau e li recessi delle diete fatte dopo.