Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/239

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libro quinto - capitolo iii 233


Il pontefice, avendo troncato il modo di trattar con Ferdinando e con la Germania, non seppe che dir a questo, avendo però dispiacer maggiore del ragionamento tenuto del concilio che della libertá concessa per il recesso, risoluto di non voler concilio fuori di Roma, per qualúnque causa potesse avvenire. Per il qual rispetto anco un terzo successo non fu meno grave, cioè la pace fatta in Cambré[sis] a’ 3 aprile tra il re di Francia e Spagna, molto ben stabilita con li matrimoni della figlia di Enrico nel re di Spagna, e della sorella nel duca di Savoia; nella qual pace tra gli altri capitoli era convenuto che ambidue li re si dassero la fede d’adoperarsi concordemente, acciò fosse celebrato il concilio e riformata la Chiesa e composte le differenze della religione. Considerava il pontefice quanto fosse specioso quel titolo di riforma e il nome di concilio; come era perduta l’Inghilterra e la Germania tutta, parte per li protestanti e parte per la discordia sua con Ferdinando: questi due re uniti e ciascuno d’essi offeso gravemente da lui, lo spagnolo di fatti e di parole, e il francese di parole almeno: non restarli alcuno a chi potesse aver refugio. Considerava li cardinali esser tutti sazi del governo suo, li popoli suoi poco ben affetti per l’incomoditá della guerra e delle gravezze. Questi pensieri afflissero il vecchio pontefice, in maniera che era poco atto all’esercizio del suo carico, non poteva tener li consistori con la solita frequenza, e quando li teneva, consumava il piú del tempo in parlar dell’inquisizione e in esortar a favorirla, per esser unica via di estinguer l’eresie.

Ma li due re non convennero insieme nell’accordo di procurar il concilio per alcuna mala volontá, o per interessi di alcuno di essi contra il pontefice né contra il pontificato, ma per trovar remedio alle nove dottrine, le quali nelli stati loro facevano grandissimi progressi, ed erano prontamente udite e ricevute dagli uomini conscienziati. E quel che piú agli re importava, li mal contenti e desiderosi di novitá s’appigliavano a quella parte, e sotto pretesto di religione intraprendevano quotidianamente qualche tentativi, cosí nelli Paesi