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392 l'istoria del concilio di trento


dovessero trattar le materie de dogmi in assenza dell! protestanti che le impugnano, prima che sia certa la loro contumacia, essendo superflua la disputa delle cose dove non è chi le contradica, massime che vi è ben che trattare cosa in che tutto il mondo conviene, cioè una buona riforma de’ costumi; che l’ambasciator d’Inghilterra in Francia aveva dato intenzione che la sua regina mandarebbe al concilio, dal che ne seguirebbe che gli altri protestanti farebbono il simile, e ne succederebbe una reunione generale della Chiesa; e questo si potrebbe tener per fermo di vederlo effettuato, precedendo una buona riforma. A questa seconda proposta rispose il Cardinal Simonetta che il negozio pareva facile, ma era il piú arduo; poiché il tutto consisteva nella disposizione dei benefici, nella quale gli abusi venivano dalli re e dalli principi. Il che diede molto che pensare a tutti gli ambasciatori, per le nominazioni e altre disposizioni che esercitano, e piú di tutti il re di Francia. Ma la richiesta della residenzia era di maggior molestia, non quietandosi li padri alla scusa altre volte usata, che la materia non era assai digesta, che il tempo alla sessione non bastava per metterla a fatto in chiaro, e per altre considerazioni: e l’ardore tanto crebbe, che fu preparato da molti prelati oltramontani convenuti insieme di protestare e partire. E questo fu causa di fermare il moto; perché gli ambasciatori, temendo che il concilio non s’interrompesse, e sapendo che il papa averebbe dato ad ogni occasione fomento, cessarono dalle instanze, e fecero ufficio con li vescovi che si contentassero d’aspettare; e parimente per la stessa causa operarono con li ministri di Spagna, che non facessero piú insistenza in dechiarare la continuazione. Li quali non solo s’acquetarono, ma protestarono anco alli legati che non la dimandavano per allora, dicendo che se altri cercano di mandar il concilio a monte, non è ragionevole che si copra col mantello del re di Spagna. Fu grata alli legati la protestazione, ché erano impegnati per parola data al marchese, né sapevano come liberarsi; né meno fu grata la risoluzione di differir la residenza: e acciò nessun potesse pentirsi, formarono una