Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/399

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libro sesto - capitolo v 393


scrittura, qual lessero in congregazione acciò fosse approvata, che la seguente sessione si sarebbe passata con differir le materie, per degni rispetti, ad un’altra. E parve loro d’esser scaricati di dua gran pesi. Instando la sessione, da molti, che si sentivano ponti acerbamente per l’orazione dell’ambasciator francese, furono ricercati li legati di far una soda risposta quando si leggesse il mandato nella sessione; e il Cardinal Altemps fu autore che in ogni modo si facesse, dicendo che si doveva reprimer la petulanza di quel palacista, solito a trattar solo con plebei. Fu data la cura a Giambattista Castello promotore, con ordine di defender solo la dignitá della sinodo, ma non toccar alcuno.

Ma il pontefice, dopo aver molto pensato, venne in risoluzione che la continuazione fosse dechiarata; facesse l’imperator quello che li piaceva, ché non poteva succeder se non bene; e spedí corriero a Trento con questa commissione. La qual essendo arrivata alli 2 giugno, turbò assai li legati, per la confusione che vedevano dover nascere e per il disordine nel quale si metteva il concilio; e risoluti tutti concordemente d’informar meglio il pontefice con significarli tutte le cose trattate e il decreto giá promulgato, e mostrarli esser impossibile l’esecuzione del suo ordine, il cardinale Altemps, che giá aveva licenza di andar a Roma per altre cause, si risolvè di montar sulle poste il giorno seguente e far in persona quell’ufficio. Ma la notte arrivò un altro corriero, portando lettere nelle quali il papa rimetteva il tutto alla prudenza e giudicio delli legati.

Venuto il di 4 giugno, con le solite ceremonie si celebrò la sessione. Furono letti li mandati dell’arcivescovo di Salzburg e di Francia; e questo letto, il promotore fece la risposta, dicendo esservi speranza di provveder a tutti li desordini di cristianitá col remedio riputato necessario dal papa, che è questo concilio, principiato per opera dello Spirito santo, col consenso de’ prencipi. Tra’ quali il re di Francia ha mandato uomini di coscienzia e religione per offerire non solo aiuto, ma obedienzia a quella sinodo, la quale non la merita meno delli altri concili, alli quali s’è opposto falsamente dalli mal