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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/423

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CAPITOLO VII

(24 giugno-16 luglio 1562).

[Difficoltá sorte fra i padri per la formazione del decreto sull’uso del calice. — Il contrasto fra il Simonetta e il Gonzaga. — Introduzione dell’inviato bavarese, che chiede riforma del clero, uso del calice ai laici, ammissione dei coniugati al sacerdozio. — Blanda e generica risposta del concilio. — Gli imperiali presentano richiesta dell’uso del calice per i paesi imperiali. — Discussioni in congregazione. I francesi si associano alla richiesta. — Ottengono i legati che dal decreto sia esclusa la concessione del calice, con dichiarazione di trattarne a parte. — Congregazioni preparatorie della sessione: si respingono le dilazioni chieste per attendere i prelati francesi e tedeschi. Esame dei nove capi di riforma. — Il vescovo di Veglia parla contro le dispense per retribuzione, quello di Fiinfkirchen contro le ordinazioni a titolo, quello di Csanad sulla necessitá d’iniziar la riforma dal papato. — Varia opinione dei legati sull’opportunitá di frenare la libertá di parola in concilio. — Vano tentativo dei francesi perché la sessione si limiti ad una proroga. — Gli articoli di riforma; proposte di emendamenti allo scopo di differire la sessione. — Sessione ventunesima: decreto della comunione del calice ed ai fanciulli, decreto che rinvia la decisione sulla concessione del calice, decreto di riforma. — Critiche mosse ai deliberati della sessione.]

Finite le congregazioni de’ teologi, inclinarono li legati a conceder il calice alla Germania con le condizioni di Paulo III e con qualche altre di piú; e ridotti con li loro confidenti, formarono il decreto per ciò sopra il primo, quarto e quinto, differiti gli altri, sin che pensassero come evitar le difficoltá da’ teologi messe inanzi sopra di quelli. E chiamata congregazione de’ prelati, proposero se piaceva che fossero dati li tre decreti formati, per dir li pareri nella prima congregazione. Granata, che penetrato aveva la mente dei legati ed era contrarissimo alla concessione del calice, contradisse, dicendo che


Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - ii 27