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80 | l'istoria del concilio di trento |
buoni pastori, per esser di gran momento quello che si aveva
da trattare: che era estirpar l’eresie, reformar la disciplina
ecclesiastica, la corruzion della quale era stata origine delle
eresie, e finalmente quietar le discordie de’ principi. Che il
principio dell’esortazione doveva esser preso dalla cognizione
della propria insufficienza e dal refugio all’aiuto divino, il qual
non è per mancare, e giá se ne vedono molti indici, ma
specialmente la venuta delli due principi. Che l’autoritá dei
concili generali fu sempre grandissima, presedendo in loro lo
Spirito Santo, e li loro decreti sono stimati non umani ma
divini; che di ciò è stato lasciato esempio dagli apostoli e
dalli Padri sussequenti, poiché per mezzo de concili sono stati
dannati tutti li eretici e riformata la vita e costumi dei sacerdoti e del populo, e tranquillata la chiesa descordante. Onde
essendo congregati al presente per far altrettanto, convien
svegliarsi per ricuperare le pecore uscite dall’ovile del Signore
e custodir quelle che per ancora non sono sviate; nel che
non si tratta della salute di quelle solamente, ma della propria, dovendone render conto alla Maestá divina. Dalla quale,
facendo il debito, s’ha d’aspettar mercede, oltreché sará attribuito a gran laude a quel concilio da tutta la posteritá; se
ben a questo non si debbe mirare, ma guardar solamente il
proprio debito e la caritá verso la Chiesa, la qual, afflitta e
lacerata e privata di tanti carissimi figliuoli, alza le mani a
Dio e a loro per ricuperarli. Per tanto voglino trattar con
ogni mansuetudine, come è degno d’un tanto consesso, le
cose conciliari, senza contenzione, ma con perfetta caritá e
consenso de animi, raccordandosi d’aver spettatore e giudice Dio.
Finita l’ortazione, dal vescovo celebrante fu letto il decreto, la sostanza del quale fu: che la santa sinodo, la quale nella passata sessione aveva determinato camminar inanzi, in questa d’oggi, avendo differito farlo sin ora per l’assenza della nazione germanica e per poca frequenza de’ padri, rallegrandosi per la venuta delli due principi elettori, sperando che molti altri della nazione stessa e delle altre al loro esempio