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libro settimo - capitolo vi


tar che s’empisse il numero settenario con la coronazione in Boemia ed elezione in Colonia. Queste cose diedero gran pensiero in Roma, e si temeva che da quella dieta non fosse mandato a Trento a protestare, e che non fosse usata qualche nova forma nella coronazione (abolita la vecchia), che mostrasse inclinazione di partirsi dagli antichi riti, o dal novo re fosse fatta qualche promessa pregiudiciale alla potestá ponteficia. L’imperator nondimeno e il re usarono somma destrezza a divertire che non si trattassero cose della religione in piena dieta inanzi l’elezione. La qual successe il 24 novembre, e il di ultimo la coronazione; nella quale li elettori e altri principi protestanti stettero alla messa sin che fu detto l’Evangelio, e poi uscirono. Questo tanto vi fu di novo: ché del rimanente fu dato il luoco al noncio pontificio sopra gli elettori, e agli altri ambasciatori sotto di essi. Imperò, fatta la coronazione, incominciò Cesare a praticare con alcuni de’ protestanti che aderissero al concilio di Trento. Li quali per non esser prevenuti, congregati insieme, presentarono all’imperatore la risposta, promessa giá venti mesi all’ambasciaria di Sua Maestá nel convento di Naumburg e differita sino allora; nella quale, esposte le cause perché in molte diete imperiali passate avevano appellato e appellavano di novo ad un concilio libero, soggionsero le condizioni che tenevano necessarie, co’ quali si offerivano consentire ad intervenir ad un futuro concilio generale. Queste erano dieci:

I. Che sia celebrato in Germania.

IL Che non sia intimato dal papa.

III. Che egli non vi preseda, ma sia parte del concilio, e soggetto alle deliberazioni di quello.

IV. Che li vescovi e altri prelati siano liberati dal giuramento prestato al pontefice, acciò che possino liberamente e senza impedimento dire il loro parere.

V. Che la Scrittura divina sia giudice nel concilio, esclusa ogni autoritá umana.

VI. Che li teologi delli stati della confessione augustana al concilio destinati abbiano non solo voce consultiva, ma