Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/23

Da Wikisource.

libro settimo - capitolo i 17


vescovato (se ben alcuni in contrario allegavano la comun sentenza: l’ordine episcopale è quadripartito in vescovi, arcivescovi, patriarchi e papa), e ponendola nella giurisdizione, nessuno delli sacri ordini vi entrava.

Una gran disputa fu tra loro, qual fosse la forma della ierarchia, alcuni dicendo la caritá, altri la fede informe, altri l’unitá, secondo l’opinione del Cardinal Turrecremata. Ma a questo era opposto che l’unitá è una passione generica in tutto quello che è uno, ed è effetto della forma che la produce. Quelli che asserivano la caritá, portavano innumerabili luochi de’ Padri, che a quella attribuiscono l’unitá della Chiesa. Ma gli altri opponevano che fosse l’eresia di Viglef; perché, se cosí fosse, il prelato, perdendo la caritá, sarebbe fuori della ierarchia e perderebbe l’autoritá. Però nel porre la fede informe non fuggivano la difficoltá, atteso che potrebbe essere un prelato in suo secreto infedele, che la fingesse in esterno; il qual quando non appartenesse alla ierarchia, il popolo cristiano non saprebbe chi ubidire, potendosi dubitare di tutti, e avendo causa di farlo alcune volte. Come sogliono li teologi, massime frati, esser liberi nell’esemplificare, portavano anco in tavola il pontefice romano, dicendo che quando fosse incredulo, perirebbe tutta la ierarchia per difetto di esso, cosí ponendo per forma la fede come la caritá. Ed essi mettevano il battesmo: ma le medesme difficoltá nascevano per l’incertezza di quello, ricercandosi essenzialmente, secondo la determinazione del concilio, l’intenzione del ministro, tanto piú occulta, quanto quell’altre due: per la qual causa non si può di alcuno affermar che sia battezzato.

Li articoli se vi è sacerdozio visibile, se tutti li cristiani sono sacerdoti e se il sacerdote può deventar laico, e se il suo ufficio è la predicazione, non furono trattati con discussione, ma con declamazione contra li luterani, che privano la Chiesa del commercio con Dio, e del modo di placarlo, che la fa una confusione senza governo, e che la priva di tutta la sua

bellezza e decoro. Fra’ Adamanzio fiorentino, teologo del Cardinal Madruccio in questa classe, avverti d’aver udito per il


Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - iii 2